Sabato 1° aprile, nell’Auditorium di Santa Caterina a Finalborgo, si terrà la prima delle due date di presentazione programmate a Finale Ligure per “I Segreti di Caviglia”, volume che giunge a completare la trilogia pubblicata nel corso degli anni dallo storico e giornalista Pier Paolo Cervone sul Maresciallo d’Italia Enrico Caviglia, grande protagonista del ‘900 italiano.
L’appuntamento successivo sarà domenica 9 aprile sulla Terrazza dei Bagni Boncardo. Cervone sarà presentato e intervistato da Giuseppe Testa e Salvatore Finocchiaro. Orario d’inizio, in entrambe le date, alle 16,30.
Altre date in provincia di Savona sono in fase di programmazione.
Il volume (208 pagine, 36 foto), stampato a cura della Tipografia Ligure di Finale e Loano, arriva dopo le due biografie apparse nel 1988 (Enrico Caviglia il condottiero) e nel 1992 (Enrico Caviglia l’anti Badoglio). La seconda più decisamente approfondita e più curata grazie anche alla documentazione che Cervone aveva reperito all’Archivio centrale dello Stato, all’Ufficio storico dell’Esercito, al Ministero della Difesa e al Museo del Risorgimento di Milano.
In quelle pagine veniva raccontata, in tutto il suo spessore, la figura del giovane ufficiale che partecipa alle campagne d’Africa di fine Ottocento, alla conquista della Libia (1911-1912) per poi essere grande protagonista della Prima Guerra mondiale con le vittorie sulla Bainsizza e nella battaglia di Vittorio Veneto che ha chiuso quell’inutile strage, dalla definizione di Papa Benedetto XV.
In questo volume Cervone racconta l’infanzia e la gioventù di Caviglia in una Finale ottocentesca tramite i ricordi e i gradevolissimi racconti che il protagonista ha lasciato nel suo Diario scritto tra il 1925 e il 1945. Ma poi ci sono gli approfondimenti su un generale, amato e rispettato dai suoi soldati, che nel 1943 tenta di mettersi ancora al servizio del Paese.
Lui, che aveva sempre rifiutato la tessera del Partito nazionale fascista, è indicato da Dino Grandi, ex ministro, ex ambasciatore a Londra, quale nuovo Presidente del consiglio al posto di Benito Mussolini, all’indomani della riunione del Gran Consiglio del fascismo. Ma il re, Vittorio Emanuele III, preferirà ancora una volta Pietro Badoglio. Anche l’8 settembre, il giorno dell’armistizio con gli anglo-americani, Caviglia potrebbe sostituire Badoglio ma il piano, portato avanti da una cordata politico-militare, sfuma a un passo dal traguardo. Lui rimane a Roma sino al 13 settembre. Dopo la fuga del re, di Badoglio, del governo, Caviglia è la più alta carica dello Stato presente nella capitale. Tratta con i tedeschi, parla con Lussu e Pertini, ma dopo la liberazione di Mussolini sul Gran Sasso e la nascista del governo del Sud a Brindisi capisce che il suo ruolo è finito. E rientra a Finalmarina.
L’autore accompagna il lettore alla scoperta di Villa Vittorio Veneto, all’angolo tra l’Aurelia e via Brunenghi, acquistata da Caviglia alla fine della Grande Guerra. Una visita particolare e dettagliata. Nell’estate del 1963, venduta dal suo unico erede, il nipote Pietro Caviglia, l’ottocentesca villa, circondata da un parco meraviglioso, sarà demolita per far posto a due condomini. Un delitto che Finale non ha saputo e voluto evitare.