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Attualità | 24 marzo 2017, 18:30

Bollette elettriche fuori controllo: segnalati migliaia di aumenti anomali

Rete Consumatori Italia: "Boom di aumenti delle tasse nelle bollette elettriche dal 2° bimestre 2017"

Bollette elettriche fuori controllo: segnalati migliaia di aumenti anomali

"La riforma della tariffa elettrica sta dando i suoi primi frutti amari, ed infatti ci stanno arrivando numerose segnalazioni da parte dei consumatori che non si spiegano gli aumenti del 2° bimestre 2017 (a partire dal 1 marzo 2017) su quelle che sono le voci legate alle Tasse in bolletta (costi di misura, dispacciamento e gestione del contatore). La segnalazione arriva da Rete Consumatori Italia. 

"Incredibile come Bortoni, Presidente dell’Autorità per l’energia, non troppo tempo fa abbia evidenziato che 5 milioni di italiani avrebbero beneficiato di risparmi grazie alla riforma delle tariffe e non abbia detto nulla sulle 17 milioni di famiglie che avranno aumenti nelle bollette tra il 10 e il 30%. Questo sostanzialmente è il primo effetto della “riforma Bortoni”, ma questo aumento è solo un anticipo. RCI ha ribadito più volte come questa sia una riforma per ricchi e finalizzata ad incentivare lo spreco di energia: sostanzialmente più consumi meno paghi. In sintesi, si abolisce la progressività, ossia il meccanismo che fa pagare di più il kWh a chi ha consumi maggiori, e di meno a chi ha consumi bassi. Inoltre i costi di rete (cioè i costi pagati per la trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica) vengono spostati sulla parte fissa, cioè saranno pagati per punto di prelievo e per potenza impegnata, anziché per kWh consumato". 

"La riforma quindi porterà un beneficio economico solo a chi consuma più di 2.700 kWh l'anno.

Cosa fare quindi per arginare l’aumento delle bollette elettriche?
1) Informatevi sui requisiti in vostro possesso e richiedete il bonus elettrico e gas al vostro Comune di residenza oppure ad un centro di assistenza fiscale (Caf);

2) Rivolgetevi a Rete CONSUMATORI al numero verde 800168566 oppure ancate sul sito http://www.reteconsumatori.com/ se avete bisogno di una consulenza ed in questo modo, in base al vostro profilo di consumi ed alle offerte sul mercato dell’energia e del gas, potrete effettuare le vostre scelte con maggiore consapevolezza;

3) Fate sempre l’autolettura in modo da poter controbattere sulla eventuale discrepanza tra i vostri consumi e quelli stimati o rilevati effettivamente dal vostro fornitore di energia;

4) Verificare se la riduzione o aumento di potenza impegnata del vostro contatore possa essere per voi conveniente;

La potenza impegnata è quella scelta al momento della stipulazione del contratto, la potenza disponibile è invece quella massima prevista dall’impianto di distribuzione, superata la quale scatta il contatore. Fino a dicembre 2016 si poteva scegliere tra i seguenti scaglioni: 1,5 kW, 3kW, 4,5 kW, oppure 6 Kw. Dal 1° gennaio 2017 non si è più vincolati agli scaglioni di potenza, ma si può optare anche per valori intermedi della stessa scala procedendo a 0,5 kW di unità fino a 6 kW".   

"Come cambiare la potenza kW impegnata del contatore della luce?
Per cambiare la potenza impegnata si deve modificare il proprio contratto presentando richiesta al fornitore di energia elettrica che lo comunicherà al distributore di zona (costa minimo 150 €  a un massimo di 350€ a seconda della potenza)".

"Quali sono i fattori da tenere in considerazione nella scelta della potenza?
Il numero degli elettrodomestici e delle persone presenti in casa e la potenza elettrodomestici". 

"Quanto costa cambiare la potenza del contatore?
Sappiate che dal 1° aprile 2017 l’aumento di potenza godrà di un bonus transitorio che annullerà il costo fisso amministrativo e ridurrà di circa il 20% il costo per ogni kW di potenza in più richiesto,sia per il mercato libero che di maggior tutela.
Inoltre tale contributo in €/kW non sarà dovuto qualora l’aumento di potenza sia stato preceduto da una riduzione della stessa in questi 2 anni o verrà restituito qualora il cliente decida di rinunciare alla potenza aggiuntiva precedentemente richiesta". 

"Fino al 1° aprile quindi, costerà un contributo fisso che il distributore di zona fa pagare ed ammonta a 27€, più la quota potenza di 70€ a kW solo in caso di aumento potenza, e tra i 20 e i 40€ di gestione amministrativa della pratica (totale 150 € a contatore)". 

"Questa riduzione dei costi, però, sarà valida solo per i prossimi due anni poiché gli operatori hanno fatto pressione affinché l’Autorità fissasse “solo un periodo iniziale”, ritenendo che un completo annullamento di questi costi avrebbe potuto “indurre i consumatori ad un ricorso ingiustificato a variare potenza. Tra l’altro ci pare assolutamente insensata questa posizione dell’Autorità, dato che con la riforma si incentivano i consumatori a consumare più di 2.700 kWh annui e poi si ritrovano a dover pagare dei costi aggiuntivi qualora optassero o necessitassero di aumentare la potenza impegnata del contatore". 

"Ed ecco il controsenso: la riforma da una parte incentiva a spostare i consumi maggiormente verso il vettore elettrico, ad esempio attraverso l’uso di pompe di calore e piastre ad induzione, ma dall’altra lascia i costi a carico degli utenti.
5) Infine, effettuare comunque, anche solo per curiosità, una comparazione tra le offerte del mercato tutelato e quelle del mercato libero, potrebbe anche convenire in base al profilo di ciascun utente, attuare il passaggio. Se però, non avete padronanza del sito “Trova Offerte” dell’Autorità dove si può fare la comparazione tra i diversi operatori, rivolgetevi a Rete consumatori Italia  chiamando il numero verde 800 168 566 oppure andando sul sito http://www.reteconsumatori.com/ che vi aiuterà ad orientarvi in questo mare magnum di offerte". 

c.s.

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