Politica - 07 marzo 2017, 09:00

Il centrodestra a Borghetto Santo Spirito: “Non aspettatevi promesse da libro dei sogni, sarà dura”

Un incontro pubblico con una enorme partecipazione per progettare la “Borghetto che sarà”, ma anche con un pizzico di nostalgia per quella che era

Sicuramente neanche gli organizzatori stessi dell’incontro, si sarebbero aspettati una tale partecipazione: palazzo Pietracaprina, nel pieno centro di Borghetto Santo Spirito, ieri al primo pubblico incontro di una probabile lista di centrodestra ha fatto numeri da “tutto esaurito”, gente fin sulle scale e parcheggi pieni.

Il gruppo di centrodestra, però, potrebbe essere rimasto un po’ spiazzato dalla reazione del pubblico: ha chiesto proposte e ha sentito prevalentemente mugugno (con qualche buona idea sparsa qui e là).

A fare da relatore principale e moderatore è Roberto Moreno, che sceglie una via molto diretta: “No ai libri dei sogni, no ai programmi elettorali da centinaia di pagine, no alle promesse da favola che non si possono mantenere. Oggi la realtà è un’altra, tutti i piccoli comuni stanno soffrendo economicamente. Inoltre Borghetto Santo Spirito, con tutto quello che ha passato in tempi recenti, avrà bisogno come minimo dei primi due anni di mandato per rimettere in moto la macchina comunale, ricostruire una programmazione, rifarsi un’immagine e una credibilità”. 

Tra i temi trattati, prima di tutto quello della sicurezza: recenti episodi di auto danneggiate, forse per solo vandalismo, di furti negli appartamenti, ma anche di quelli che vengono definiti ‘movimenti sospetti’ nelle vie cittadine, creano un clima di tensione.

Spiega Moreno: “Nei nostri tempi migliori la Polizia Municipale contava 25 unità, in grado di coprire quattro turni (mattino, pomeriggio, sera, notte) su due aree (zona mare e zona monte). Oggi abbiamo 9 unità che riescono a malapena a coprire i primi due turni”.

La soluzione? Secondo Moreno è una sola: “Consorziarsi sempre di più tra comuni vicini, dare vita a convenzioni, creare realtà di collaborazione compatte, suddividersi costi e servizi. E poi riorganizzare completamente la pianta organica del comune, oggi troppo squilibrata verso gli uffici e poco sul territorio”. Si è parlato nell’incontro di ciò che Borghetto ha avuto in passato e ha perso, come l’area camper, che era apparsa persino su Plein Air, la rivista ufficiale dei campeggiatori italiani, e che aveva saputo creare una sua peculiarità, chiamando a sé numerosi appassionati, ma oggi è chiusa. “Una realtà così non si ricostruisce dall’oggi al domani”, commentano molti cittadini presenti.

E si è parlato di grandi incompiute: i vani della stazione ferroviaria erano in via di recupero per accogliere associazioni sul territorio e persino cooperative di tipo B (che danno lavoro a persone problematiche). Quando i giochi erano ormai fatti, e all’interno di quelle infrastrutture erano già stati portati i nuovi infissi e i primi arredi, tutto è rimasto lettera morta.

Ma alla fine il tema che sembra più a cuore di tutti i cittadini è il turismo: bisogna creare grandi manifestazioni, animare la città tutto l’anno e ridare ossigeno al commercio, che oggi lavora a malapena tra luglio e agosto e sta soffrendo.

In tal senso una interessante osservazione arriva da Igor Ardizzone, agente immobiliare: “Oggi l’anziano con una buona pensione, che una volta veniva qui a svernare tre o quattro mesi di fila, non arriva più, perché magari con quei soldi deve aiutare il figlio esodato o il nipote disoccupato. Dobbiamo lavorare su nuove idee che portino gente in inverno”.

Interviene Marco Castelli, dell’ATAPC (Associazione Tutela Ambiente, Animali e Protezione Civile): “Il modello di sviluppo degli anni ’60, basato sulle seconde case, ormai è morto. Oggi non esistono più le famigliole che in auto scendono dalle grandi direttrici del Nord Italia e arrivano a Borghetto, perché con costi minori, tra booking on line e voli low-cost, hanno paesaggi meravigliosi a portata di mano. Bisogna puntare sulle peculiarità del territorio, vedo tantissimi piccoli borghi di altre regioni d’Italia che avrebbero potenzialità turistiche sulla carta ben inferiori alle nostre, e si riempiono di gente dall’Italia e dall’estero puntando su prodotti tipici, fiere mirate, eventi tematici. Offriamo sgravi a chi investe nel tipico, nel biologico, ma anche a chi riqualifica l’edilizia con programmi di efficientamento energetico ed energie alternative, incentiviamo la giovane impresa e le giovani coppie, per riportare vita nel paese. Basta studiare bene dei progetti e anche i fondi, a livello comunitario, si trovano”.

Al termine dell’incontro le proposte sul tavolo sono tante e valide, ma ancora la lista non si sbottona sui possibili nomi. Al tavolo dei relatori intervengono spesso alcuni “volti storici” della politica locale, come Santiago Vacca e Bruno Angelucci, che promettono il loro appoggio a questo nuovo progetto politico ma ancora non ipotizzano una possibile candidatura.

Al termine dell’incontro, Roberto Moreno traccia un bilancio della serata in questa videointervista:

Alberto Sgarlato