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Politica | 09 febbraio 2017, 14:40

A Finale Ligure torna di scena “l’invendibile” ex-albergo Roma

Il comune programma l’alienazione non solo dell’albergo, come già noto, ma anche di altre strutture. La paura dei gruppi di opposizione: “Ci sta cercando di privare di tutto un patrimonio di valore storico”

A Finale Ligure torna di scena “l’invendibile” ex-albergo Roma

Non è la prima volta che in consiglio comunale si parla dell’ex-albergo Roma. Questa volta, però, la struttura non è da sola, nei piani di alienazione dell’amministrazione finalese. Spiega l’assessore ai lavori pubblici Andrea Guzzi: “Come è noto, l’ex-albergo Roma è da tempo inserito in una piattaforma internazionale di proposte ad investitori privati per il suo rilancio sempre in campo turistico e ricettivo. Al momento, però, non sono ancora arrivate segnalazioni. Abbiamo però disposto per l’alienazione di altri due immobili di proprietà comunale: uno in piazza del tribunale, dal valore stimato in circa 260mila euro, e l’altro in piazza Garibaldi, per 140mila euro”.

Immediate le varie reazioni della minoranza. Davide Badano, capogruppo del Movimento 5 Stelle, commenta: “Sono sempre contrario a questo genere di alienazioni. Stiamo parlando di spazi che potevano essere recuperati a fini abitativi per far fronte a una forte emergenza sociale. Secondo me qualche soldo nel bilancio per ristrutturarli si poteva anche trovare”.

Simona Simonetti (Per Finale), si domanda: “Finale ha la fortuna di avere molti tesori: appartamenti, castelli, boschi, terreni. Stiamo parlando di un patrimonio che non è scontato e che non molti comuni hanno. Se esso è arrivato a diventare di proprietà del comune è per il lascito dei nostri avi, che spesso hanno deciso di privarne i familiari e le discendenze, in nome di un senso civico che li ha portati a voler donare a qualcosa alla comunità. Quindi chi amministra, di fronte a queste motivazioni dovrebbe avere l’obbligo morale di lasciare un simile patrimonio a chi verrà dopo. Vendere un albergo come il Roma mi sembra come usare un pregiato mobile antico per farne legna da ardere”.

Ma il discorso è più complesso. Prosegue Simona Simonetti: “Non dimentichiamo che uno degli immobili in vendita ospita anche la sede dei Vegi du Burgu: al pranzo di Natale organizzato da questa associazione c’erano cento persone e ognuno pagava per quello che poteva, quindi oltre al valore aggregativo c’è una forte utilità sociale. Parliamo di una realtà che si è consolidata negli anni: ci vuole del tempo a creare un gruppo così solido e conosciuto, e basta un attimo ad annientarlo anche solo togliendogli o spostandogli la sede”.

Alla fine, Simonetti si chiede: “Ma a voi dell’amministrazione, hanno fatto qualcosa di male i finalborghesi? Da quando vi siete insediati Finalborgo ha perso la festa dell’Inquietudine, si è ritrovato a dover pagare i parcheggi e ora vi svendete a pezzi il rione. Pensateci bene: si può amministrare anche senza svendere, e tanti comuni che portano avanti le loro opere pubbliche senza avere un simile patrimonio da alienare, lo dimostrano”.

Giovanni Ferrari Barusso (Finale Sempre), è invece parzialmente favorevole: “Ben vengano i piani di valorizzazione, ma mi auguro solo che venga messo in atto un piano virtuoso: alienando certi edifici storici ormai fatiscenti si potranno acquistare o costruire immobili in zone magari meno di pregio e, proprio per questo, più accessibili a tutti. Inoltre saranno moderni e come tali richiederanno per diversi anni una minor manutenzione”.

Commenta Guzzi: “Finale ha la fortuna di avere circa 90 appartamenti. Non li stiamo alienando tutti, ne vendiamo alcuni per recuperarne altri. Questi spazi sono stati lasciati in una tale condizione di abbandono dalle amministrazioni precedenti che io proverei vergogna anche solo a pensare di affittarli. Abbiamo sviluppato un piano pluriennale di sistemazione, ma servono le risorse. Per questo motivo bisogna essere pragmatici: vendere immobili non è mai bello, ma noi non lo facciamo per fare cassa, noi reinvestiamo. Siamo in un periodo di crisi, dove le imprese non vendono, quindi gli interventi privati sono sempre di meno e noi non percepiamo più tanti oneri di urbanizzazione. Da questo punto di vista amministrare oggi è molto più difficile di quanto avveniva 20 o 30 anni fa. Per quanto riguarda la proposta di Ferrari Barusso, sono favorevole al 99%: l’unico problema è che non abbiamo infatti grosse cubature compatte da trasferire, vendendo il vecchio per il nuovo, ma i molti immobili di cui parlavo sono distribuiti a macchia di leopardo su tutto il territorio finalese”.

Badano (Movimento 5 Stelle), esprime ancora tutto il suo dissenso: “Finale ha circa 90 appartamenti? Vorrei che fossero cento, o mille, per far fronte a tutte le problematiche sociali che il paese deve affrontare. Anziché alienare si potevano cercare dei fondi regionali, o altri finanziamenti, si poteva fare qualche piazza in meno e aspettare che capitasse il bando giusto. Ancora una volta è mancata la progettualità”.

Alberto Sgarlato

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