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Attualità | 24 gennaio 2017, 11:15

Tariffe mense e asili, dalle famiglie raccolti 3 mila euro per il ricorso al TAR contro il Comune

Approvata ieri in Commissione la riduzione del 25% delle tariffe per i secondi figli e successivi che frequentano le mense scolastiche

Tariffe mense e asili, dalle famiglie raccolti 3 mila euro per il ricorso al TAR contro il Comune

Sono stati raccolti sin ora circa 3 mila euro dal gruppo di genitori per avviare la procedura di ricorso al TAR contro il Comune di Savona. Continuano gli incontri delle mamme che insieme stanno mettendo in campo azioni contro i tagli dell'amministrazione e gli aumenti per mense scolastiche e asili. 

Recentemente un incontro presso la Libreria Ubik, ha avuto come centrale argomento la possibilità di fare un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale attraverso il confronto con alcuni legali. Da quel momento è partita la raccolta dei nominativi delle famiglie disposte a farsi carico delle spese, autotassandosi, e attualmente sono stati raccolta circa 3 mila euro. Continuano gli incontri ed è ancora in fase di valutazione la formazione di un Comitato.

Inoltre proprio ieri è passata al vaglio della Prima commissione Consiliare convocata in palazzo Sisto la delibera di giunta che ha approvato la determinazione delle fasce di compartecipazione alla spesa e tariffe. La delibera del 17 gennaio infatti conferma che per i residenti “saranno applicate le riduzioni per i secondi figli e successivi, limitatamente ai casi in cui risultano almeno due iscritti a tempo pieno nello stesso nucleo familiare”. Tale riduzione è stabilita nella misura del 25% (con arrotondamento ai 10 centesimi superiori) rispetto alla tariffa prevista secondo la fascia di appartenenza. La delibera inoltre conferma la data di decorrenza delle tariffe degli asili nido a partire dal primo settembre 2017 anziché dal primo gennaio. Il testo specifica inoltre che “i criteri organizzativi per gli asili nido definiti con la deliberazione della giunta comunale rimarranno in vigore per tutto l’anno scolastico 2016/2017 e per quelli dell’anno 2017/2018 saranno determinati successivamente con apposita deliberazione della giunta, fermo restando che non saranno ulteriormente previste le riduzioni per i mesi di settembre e dicembre e che saranno invece mantenute le riduzioni per i secondi figli e per malattia così come stabiliti". In particolare “la deliberazione non modifica in misura sostanziale i saldi complessivi del piano di riequilibrio pluriennale”.

Infatti la bagarre era scoppiata nel corso del consiglio comunale del 22 dicembre, durante il quale le due mozioni presentate dal Movimento 5 Stelle e dal Partito Democratico sulla questione dell’aumento delle tariffe degli asili nido e delle mense erano state bocciate. In compenso, le mamme avevano ottenuto un posticipo per gli aumenti: l’assessore al Bilancio, Silvano Montaldo aveva proposto di rinviare gli aumenti delle tariffe degli asili, non dal primo gennaio, ma a partire da settembre, e di applicare la riduzione del 25% per la mensa scolastica dal secondo figlio in poi. Proposta confermata ieri.

Oltre gli aumenti delle tariffe di mense e asili ha fatto particolarmente discutere la circolare firmata dall’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Savona, Cristina Bellingeri sul consumo dei pasti portati da casa a scuola: il documento infatti prevede che i presidi possono accogliere la richiesta da parte dei genitori di far portare ai figli il pasto da casa solo per chi segue il “tempo modulo” (con uno o due rientri alla settimana), invece resta vietato per i bambini del tempo pieno che devono usufruire del servizio mensa. 

Questa differenza di trattamento tra il tempo modulo e il tempo pieno però non è piaciuta alle mamme che hanno contestato l’aumento del servizio mensa (tempo pieno) che porterebbe le famiglie a spendere circa 30 euro a settimana per bambino. Per i genitori dei bambini iscritti a tempo pieno, usufruire "per forza" del servizio mensa, è “una costrizione” e in particolare una “condizione imposta dall’amministrazione che non tutela le famiglie già in difficoltà economica”. 

Debora Geido

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