Savona - 16 gennaio 2017, 17:00

Il cancellino sul raddoppio ferroviario

E’ come infierire: immaginare di esorcizzare lo spostamento a monte della ferrovia di ponente, sostenendo l’idea di rafforzare quello che già c’è, semmai con il condimento di un bypass interno senza fermate sulla costa. Era inevitabile che la proposta uscita fuori dal Rotary Distretto 2032 provocasse discussioni.

Dopo quasi cinquant’anni di parole e soldi per le idee progettuali, qualcuno pensa di ritornare al punto zero. Peggio: al punto di non ritorno. Perché se davvero si arrivasse a metterci una toppa, evitando di realizzare l’opera organica attesa da decenni, il sogno della migrazione montana dei binari diventerebbe definitivamente utopia.

Ogni ipotesi che propugna il mantenimento in sede della linea Finale-Andora, dovrebbe essere relegata all’ambito delle boutade. Per il Cipe - che si è svegliato qualche mese fa - non si potrebbe suddividere l’intervento in lotti costruttivi, perché unitario. Alcuni consiglieri regionali, però, fanno invece notare che il governo può e dovrebbe codificare i lotti costruttivi in accordo con la Corte dei Conti, come accaduto per il Terzo Valico.

Che fine faranno i 225 milioni di euro stanziati nel 2014, sbandierati all’epoca da Lupi come "cosa fatta"? Peraltro 225 milioni, una porzione "piccola" su 1,5 miliardi di euro che servirebbero per mettere mano sulla tratta. Evidentemente qualcuno ha la fregola di impiegarli, in qualche modo, magari per la semplice manutenzione di quello che già c’è.

Felix Lammardo