Eventi - 04 gennaio 2017, 11:30

Ad Andora Giorgio Baietti ha raccontato "Buio come il vetro", tra storia e mistero

Ieri sera incontro in una affollata sala al pian terreno di palazzo Tagliaferro, in occasione del nuovo appuntamento con "Sguardi laterali - incontri con gli autori su temi inconsueti" a cura di C/E Contemporary Milano e il comune di Andora.

"Isola di Sant'Eugenio, 17 gennaio 1250 Simplicius si teneva stretto ai forti rami del l'euforia arborea per non cadere. Quella pianta spontanea era uno degli emblemi dell'isola insieme al monastero che svettava sulla cima più alta e stagliava la sua figura imponente contro il cielo scuro percorso da lampi. Qui era custodita e venerata la tomba del santo che aveva dato il nome all'isola, Eugenio, vescovo africano di Cartagine, spintosi fino a qui settecento anni prima".

Così inizia il primo capitolo di Buio come il vetro, l'ultima opera di Giorgio Baietti edita da Minerva e presentata ieri sera in una affollata sala al pian terreno di palazzo Tagliaferro ad Andora, in occasione del nuovo appuntamento con "Sguardi laterali - incontri con gli autori su temi inconsueti" a cura di C/E Contemporary Milano e il comune di Andora. Presenti, tra gli altri, anche la responsabile Christine Enrile e l'assessore alla cultura andorese Maria Teresa Nasi.

Una storia, quella raccontata in Buio come il vetro, vera e incredibile allo stesso tempo, dove realtà e fantasia si fondono e il protagonista è un vetro miracoloso che dal Medioevo arriva fino ai giorni nostri, passando per le mani di un cardinale amico di Leonardo Da Vinci, che per nasconderlo fa costruire una chiesa bizzarra e piena di simboli alchemici e dove, nell'Ottocento un parroco sarà assassinato perché, forse, aveva intuito qualcosa di troppo. E il mistero avvolge la straordinaria e improvvisa ricchezza di un altro sacerdote che, nello stesso periodo, a pochi chilometri di distanza costruisce un piccolo impero in un paese in cui, dal Medioevo, si fabbrica proprio il vetro. Poi il buio e il silenzio ricoprono tutto, fino ai giorni nostri, quando un timido insegnante durante gli esami di maturità si ritrova a correggere la tesina di una strana studentessa dal titolo Pink Stones dedicata a due rockstar, Syd Barrett eBryan Jones, fondatori rispettivamente dei Pink Floyd e dei Rolling Stones e alla loro ossessione per un pezzo di vetro...Una storia da leggere tutta d'un fiato, originale e intrigante quella raccontata da Baietti che trae origine da un fatto realmente accaduto e storicamente accertato come il patto stipulato dai monaci di Lerins, che governavano l'isola di Sant'Eugenio (oggi isola di Bergeggi) e i Cavalieri Templari per costruire una vetreria nell'entroterra savonese, adAltare, e prosegue trasportando il lettore in un universo misterioso e coinvolgente dalla scoperta dei personaggi fino al colpo di scena finale, passando per vicende delle quali l'autore ligure si occupa da anni, a cominciare dai parallelismi tra la misteriosa e indagatissima Rennes Le Chateau, in Francia e Altare, in Valle Bormida, enigmi che, nell'anno del centenario del mistero di Rennes hanno inevitabilmente stuzzicato la curiosità del pubblico presente che ha partecipato alla serata ponendo diverse domande a Giorgio Baietti, senza alcun dubbio autore di riferimento nel nostro paese quando si tratta della storia del piccolo borgo d'oltralpe di cui si occupa sin dal 1986 e sulla quale ha pubblicato nel 2003 il libro che ha riscosso maggior successo in Italia sul tema, "L'enigma di Rennes Le Chateau" per le edizioni Mediterranee.Laureato in lettere e sociologia, insegnante, giornalista e studioso di storia alternativa ed esoterismo, Giorgio Baietti da molti anni tiene seminari e conferenze in tutta Italia e ha partecipato a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche. Come ci ha rivelato al termine dell'incontro a palazzo Tagliaferro, attualmente sta lavorando a due nuovi libri (tra i quali un nuovo saggio dedicato proprio a Rennes Le Chateau) che saranno pubblicati nel corso del 2017.

Luca Valentini