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Attualità | 28 novembre 2016, 13:11

Borgio Verezzi: quale destino per l’eredità Gallian?

Il Comune è entrato in possesso di questa casa a due piani con vista sul mare. L’edificio, però, necessiterà di opere di ristrutturazione

Borgio Verezzi: quale destino per l’eredità Gallian?

Il Comune di Borgio Verezzi è entrato definitivamente in possesso dell’eredità Gallian. Il curatore, l’avvocato Antonello Tabbò di Albenga, ha definitivamente chiuso la pratica e il Comune di Borgio, grazie all’interessamento del segretario comunale, Fiorenza Olio, l’amministrazione è riuscita a far buon uso della recente normativa sul Federalismo Demaniale. Essa prevede che un Comune possa entrare in possesso gratuitamente dei beni demaniali che si trovano nel suo territorio. Sarebbero potute emergere delle complicazioni soltanto se l’immobile avesse avuto più di 70 anni: nel qual caso sarebbero stati necessari alcuni accertamenti della Sovrintendenza ai Beni Culturali su un eventuale valore storico e/o artistico della casa, ma non è stato questo il caso in questione. Così, in base alla normativa del Federalismo Demaniale, il giudice ha imposto che il Comune di Borgio si accollasse soltanto le spese vive del lavoro svolto dal curatore e delle operazioni di inventario dei beni.

Ma veniamo alla storia: circa una decina di anni fa sono decedute, nel giro di poco tempo, una madre e una figlia che non avevano ulteriori discendenti. Così, in mancanza di qualsiasi erede testamentario, vicino o lontano, come prevede la legge i loro beni son rimasti allo Stato. E sono esattamente quelle proprietà adesso in mano al Comune di Borgio Verezzi. Si tratta di una casa su due piani, per complessivi circa 60 mq su ciascun piano, con vista sul mare.

Come è facilmente intuibile, le potenzialità turistiche e commerciali di un edificio del genere sono enormi. Qualora, però, l’amministrazione decidesse di porla in vendita, il 25% del ricavato tornerebbe nelle casse dello Stato, come prevede la legge. L’opposizione compatta chiede che qualsiasi destinazione d’uso dell’immobile venga decisa coralmente, consultandosi tra maggioranza e minoranza.

In ogni caso, però, sia che si scelga compatti l’alienazione del bene (cioè la vendita) o, al contrario, il suo utilizzo per ospitare spazi di pubblica utilità, resta il problema che questa casa a due piani verte in condizioni di totale abbandono e necessiterà di un lungo lavoro di ristrutturazione. Decidere per una vendita in questo stato comporterebbe una forte svalutazione; però, considerando che il Comune ne è entrato in possesso gratuitamente, anche svendendola e rinunciando al 25% che torna allo Stato, vedrebbe comunque entrare nelle proprie casse degli introiti tutto sommato imprevisti che potrebbero essere reinvestiti in molteplici altre attività.

Alberto Sgarlato

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