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Politica | 05 novembre 2016, 13:15

Savona, quali le linee guida sul lavoro? La risposta dell'assessore non soddisfa Ravera: "Ci aspettavamo di più, abbiamo più noi il polso della situazione che non chi ci amministra"

Nei mesi scorsi il consigliere "Rete a sinistra" aveva depositato un'interrogazione a risposta scritta sul lavoro per conoscere le linee di indirizzo dell'attuale amministrazione

Savona, quali le linee guida sul lavoro? La risposta dell'assessore non soddisfa Ravera: "Ci aspettavamo di più, abbiamo più noi il polso della situazione che non chi ci amministra"

Nei mesi scorsi il consigliere comunale "Rete a sinistra", Marco Ravera aveva depositato un'interrogazione a risposta scritta sul lavoro per conoscere le linee di indirizzo dell'attuale amministrazione comunale in materia.

Il consigliere Marco Ravera, Marco Lima e Anna Traverso - Coordinatori "Rete a sinistra - Savona che vorrei", commentano la risposta ricevuta dall'amministrazione comunale: "Nei mesi scorsi avevamo depositato un'interrogazione a risposta scritta sul lavoro per conoscere le linee di indirizzo dell'attuale amministrazione comunale in materia. Nelle scorse settimane ci è arrivata la risposta dell'Assessore Ileana Romagnoli. Non neghiamo che su un tema così importante ci saremmo aspettati che a rispondere fosse stata la Sindaca (che fra l'altro, normalmente, non rinuncia a rispondere anche su tematiche che sono di competenza di singoli assessori). Infatti il tema del lavoro non è semplicemente riportabile al tema dello "Sviluppo economico", ma investe anche l'area del sociale, nonché della visione complessiva del tipo di città si vuole che sia Savona. L'Assessore Romagnoli è riuscita a fare una risposta che è meno circostanziata e articolata dell'interrogazione del nostro Gruppo consiliare. Verrebbe da dire che abbiamo più noi il polso della situazione che non chi ci amministra.

Dopo la precisazione che il Comune non ha specifiche competenze in materia di lavoro (cosa che anche noi avevamo rilevato nell'interrogazione, ma proprio per questo ci aspettavamo una risposta più complessiva rispetto alle attività della Giunta), l'Assessore ha sostanzialmente detto che il Comune sarà presente a tutti i tavoli dove si parlerà di lavoro, che vedranno di sostenere le aziende in crisi e... poco altro. Intanto la mancanza di lavoro è evidente che è più drammatica per i lavoratori, che non per le aziende, che anzi spesso hanno utilizzato l'attuale fase di crisi per liberarsi di lavoratori, per assumere a fare lo stesso tipo di lavoro persone con contratti decisamente più precari e più economici per il datore di lavoro.Inoltre la partecipazione ai tavoli aperti sulle varie questioni è un dovere del Comune, non un intervento politico straordinario rispetto alle criticità che ci sono, sono tante e molte non hanno nemmeno un tavolo aperto. Servirebbe quindi, oltre alla partecipazione, un atteggiamento proattivo dell'Amministrazione Comunale per far aprire possibili tavoli, dove non sta avvenendo, anche facendo lavoro di rete con i comuni vicini, visto che il Comune capoluogo è di importanza ancora maggiore, dopo la delegittimazione delle Province conseguenti alle politiche governative degli ultimi anni (e che potrebbe portare alla loro definitiva chiusura con la vittoria del SI il prossimo 4 dicembre).

Inoltre bisognerebbe intervenire con azioni di programmazione del territorio per dare possibili nuove opportunità a chi volesse aprire nuove attività produttive, utilizzando tutte le possibili situazione positive che si potrebbero attivare (non a caso depositeremo a breve un'interpellanza su IPS). C'è infine il grande capitolo del sociale (che è il vero buco nero di questa Amministrazione), infatti si potrebbero trovare opportunità di sostegno al reddito per le persone che hanno perso il lavoro, utilizzando chi è stato espulso dal mondo del lavoro o chi è disoccupato in lavori di pubblica utilità, con la previsione di un rimborso spese o altra forma di aiuto economico (visto che, oltretutto, alla maggior parte di loro è stata tolta anche la possibilità di non pagare l'IRPEF comunale), con la possibilità di acquisire, dopo un periodo di lavoro in questo settore, l'acquisizione della qualifica relativa, da spendersi per l'eventuale accesso ad un lavoro.Questo comporterebbe, inoltre, che, con poca spesa, si potrebbero fare lavori di piccola manutenzione del verde, delle strade ecc., guardianaggio nei musei comunali – quelli che nel frattempo non sono ancora stati chiusi – presenze in biblioteca per permettere l'apertura totale dei vari servizi (visto che, oltretutto il Comune non può assumere, date le attuali norme nazionali). Ma soprattutto comporterebbe il dare dignità e allontanare il pericolo di depressione per chi non ha il lavoro, con un ritorno diretto di minore richiesta di sostegno ai servizi comunali, con la conseguente possibilità di dare riposte a più cittadini, secondo le necessità di ognuno.Ecco, una risposta che dicesse cose di questo tipo mi sarebbe piaciuta di più, molto di più della risposta burocratica e impolitica dell'assessore Romagnoli".

r.g.

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