“Mentre con l'Amministrazione Comunale si sta cercando di trovare una soluzione per tenere aperto il Museo Archeologico, eccellenza culturale della città, ci è pervenuta oggi da parte del Direttore Musei Civici la richiesta di sollecita restituzione delle chiavi del museo, chiavi che ci erano state consegnate nell'aprile del 1990 al termine della giornata inaugurale di apertura”. Ad annunciarlo è Rita Lavagna dell’Istituto degli Studi Liguri di Savona sul profilo Facebook.
In seguito a determina dirigenziale, il Museo Archeologico di Savona ha infatti chiuso i battenti il 1 novembre dopo una gestione ininterrotta di 26 anni a cura dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri. Un atto che ha portato l’amministrazione comunale a risparmiare 52 mila euro: la determina prevede infatti la “Revoca in autotutela della procedura di gara per l’affidamento in concessione del servizio di gestione del Civico Museo Archeologico e della Città di Savona per il periodo di anni due rinnovabile per un biennio”.
Si erano appena tranquillizzate le acque dopo la bufera che aveva portato l’Istituto di Studi Liguri a ricorrere al TAR per la decisione del Comune di Savona che aveva affidato la gestione alle Cooperative “Archeologia” e “A.R.C.A.”. Battaglia che aveva vinto con la sentenza del Tribunale Regionale che aveva decretato la gestione all’istituto.
Ed è proprio in questa situazione che tornano gli autori che hanno scritto il bando, poi bocciato dal Tribunale Regionale. Ne è sicura Rita Lavagna: “Si tratta degli stessi funzionari e dirigenti della precedente Amministrazione che hanno redatto e gestito il bando che il TAR ha bocciato clamorosamente nella sentenza del 17 marzo scorso”.
Continua così il dibattito sul futuro del Museo Archeologico di Savona, che proprio nel giorno della sua chiusura è stato designato fra i finalisti del premio Francovich per il miglior Museo Archeologico italiano.