Un “filo rosso” tra la California - tartassata dai sismi provocati dalla San Andreas Fault, la famigerata Faglia di Sant’Andrea che attraversa lo stato americano per 1.300 chilometri, la cui parte settentrionale inizia da Hollister e attraversa la penisola di San Francisco proprio accanto alla città passando da Los Angeles - e l’Italia, Paese sismico ieri ancora una volta colpito nella sua parte centrale da violentissimi movimenti tellurici, dopo le scosse che da agosto scorso hanno provocato distruzione e morte. È l’argomento dell’inchiesta di copertina dell’ultimo numero di “A&B”, il mensile della Federazione degli Ingegneri della Liguria, con diversi servizi fra i quali - oltre alla testimonianza degli ingegneri liguri volontari ad Amatrice con la Protezione civile, dell’ingegnere strutturista Aldo Signorelli che spiega fra l’altro che cosa succede in concreto durante una scossa e il contributo “politico” di diversi componenti degli Ordini provinciali - anche l’intervista realizzata proprio a Los Angeles appunto con Domniki Asimaki. Docente di ingegneria civile e meccanica al prestigioso CalTech, l’istituto di tecnologia della California, parte attiva dell’Usgs (US Geological Survey), esperta impegnata da anni sul fronte dello sviluppo di costruzioni di nuova concezione, della messa in sicurezza di quelle già esistenti e della prevenzione, la prof. Asimaki - che è anche in contatto con le università italiane - riconosce la superiorità tecnologica del Giappone in questa materia e non ha dubbi: «Contro i terremoti - dice raccontando l’esperienza americana - c’è una sola strada efficace: la prevenzione».Su investimenti e programmi previsti dallo Stato riguardo informazione, prevenzione e adeguamento strutturale, Domniki Asimaki, risponde che «sono molteplici e vanno da un sistema di sensibilizzazione dell’opinione pubblica a un piano di investimenti per adeguare le stutture più a rischio. Da un programma di mappatura a quello che indica le vulnerabilià delle diverse aree e delle infrastrutture. Un terremoto infatti genera una reazione a catena che può rendere le sue conseguenze via via più drammatiche; basti pensare alle tubature, alle centrali che generano energia, agli acquedotti».Quindi informa che «grazie alla Mayoral Seismic Safety Task Force, ai suoi studi e alle sue raccomandazioni, siamo arrivati a soluzioni strategiche in grado di proteggere le vite di coloro che abitano a Los Angeles, migliorando la capacità della città e della sua popolazione di rispondere all’emergenza e riducendo considerevolmente le strutture giudicate a rischio, di salvaguardare le infrastrutture e le vie di comunicazione e preparare la città a una rapida ripresa, limitando interruzioni e disagi, quindi evitando i danni all’economia della zona colpita da un terremoto. Esistono poi ricchi programmi di finanziamento e di sgravi fiscali e di riduzione notevole dei costi dell’assicurazione per le strutture che vengono adeguate ai parametri di sicurezza e quegli interventi di bullonatura delle fondamenta e atti a rinforzare il perimetro dell’abitazione. Un problema molto serio che è stato affrontato è quello dei “soft buildings”, ovvero quei palazzi il cui primo piano è cavo o colonnato e sede di posteggi, o negozi e vetrine. Per queste strutture, che sono le più suscettibili alle scosse telluriche, è stato avviato un piano su base volontaria, finanziato in parte dallo Stato, ma è stato reso obbligatorio in quelle aree molto a rischio, come ad esempio nella baia di San Francisco».Riguardo i protocolli di aiuto e assistenza alla popolazione: «Esistono sia “pre" che “post” sisma. Ovviamente è molto più semplice aiutare la popolazione ad essere pronta, ad abitare in strutture antisismiche, a prepararsi a un evento tellurico, anche con esercitazioni in scenari drammatici. Per il post terremoto esiste un piano statale “in caso di emergenza” approntato dal ministero della Salute e delle Emergenze federali». Per ridurre il rischio sismico, aggiunge fra l’altro, «al momento siamo riusciti a stabile un piano per aumentare la resilienza delle strutture, che include non solo gli ammodernamenti e le messe in sicurezza, ma anche la valutazione dei rischi, e soprattutto la preparazione alle emergenze, l’educazione e l’addestramento della popolazione, piani di evacuazione che prevedono l’utilizzo di scenari di disastro realistici, e piani di riparazione che assicurino la minore interruzione possibile della vita consueta e dell’economia locale. La salute pubblica e la sicurezza sono le nostre priorità».E ancora: «Gran parte delle strutture e delle abitazioni private californiane sono assicurate in caso di terremoto, grazie a una normativa che praticamente rende le polizze obbligatorie. E le assicurazioni applicano un forte sconto quando le strutture sono state messe a norma, quindi la ricostruzione delle abitazioni spesso non riguarda lo Stato. Noi al momento ci siamo concentrati sugli effetti a cascata di un disastro causato da un terremoto, effetti che dobbiamo ancora comprendere al meglio per poterli prevedere». La prof. Domniki Asimaki, traccia quindi i contenuti dei provvedimenti più importanti - di cui “A&B” riporta i link ai documenti originali - riguardo sia i piani di prevenzione e adeguamento delle strutture che i piani di emergenza in caso di terremoto attualmente vigenti in California, dove l’attività sismica è praticamente quotidiana.Inoltre, sugli eventi che hanno colpito il centro Italia nello scorso agosto, “A&B” riprende un sito di informazione locale (http://rietinvetrina.it/amatrice-scuola-pronta-in-tre-mesi/) ancora online dal 2012, che loda l’amministrazione comunale di Amatrice per aver adeguato in tempo di record alle norme anti-sismiche la scuola Romolo Capranica di Amatrice. Esattamente qualla distrutta dalle prime scosse di terremoto e sulla quale è aperta un’indagine giudiziaria che potrebbe procurare guai al titolare della ditta che ha eseguito i lavori, il quale si difende puntando sui termini: era miglioramento - sostiene - non adeguamento antisismico quello che mi era stato chiesto di eseguire. Sul merito accerterà la magistratura; rimane l’importanza delle parole, che sono sostanza.Fra i diversi altri argomenti, il giornale - diretto dal giornalista Gianfranco Sansalone - affronta l’attualissimo tema della contabilizzazione e della termoregolazione dei condomini (a cui è dedicato il supplemento Block Notes dal titolo “L’ingegneria liberi l’energia”, che riporta gli atti anche di un seminario sulle “Rinnovabili” - scaricabile da http://www.federazioneingegneri.liguria.it/home/se/ab/ab-blocknotes) - e pubblica la seconda parte del “viaggio" nella Scuola Politecnica di Genova; un servizio sul contributo “tecnico” dell’Ordine degli ingegneri di Genova per la realizzazione del Blue Print di Renzo Piano; un sondaggio sul mondo dei CTU, i Consulenti tecnici d’ufficio, dei giudici del tribunale di Savona, che nel caso degli ingegneri fa emergere tra l’altro uno squilibrio fra il numero degli specialisti iscritti e le consulenze assegnate e diversi altri servizi da tutta la Liguria.
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