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Albenganese | 07 ottobre 2016, 09:43

Assoutenti presenta la "Carta dei Servizi" di Borghetto

Il Commissario Prefettizio assente per un’improvvisa influenza, ma nella riunione si parla ugualmente di acquedotto, depurazione, rifiuti, seconde case e commercio abusivo

Assoutenti presenta la "Carta dei Servizi" di Borghetto

L’annuncio di una improvvisa influenza costringe il Commissario Prefettizio Andrea Santonastaso a disertare la riunione organizzata da Assoutenti presso il Comune di Borghetto S. Spirito per la serata del 6 ottobre, ma questo non spaventa Gianluigi Taboga, da oltre vent’anni impegnato a tenere viva questa associazione sul territorio: la sala del palazzo Pietracaprina è gremita per almeno tre quarti e, in tempi di disaffezione per la Cosa Pubblica come quelli che stiamo vivendo, è già un successo.

"Quello di stasera dev’essere un incontro costruttivo, per parlare serenamente dei problemi di Borghetto, di quanto si è già fatto per risolverli e di quanto si può ancora fare”, dichiara Taboga.

Da quel momento in poi, vengono toccati tutti gli argomenti più di attualità non solo per la realtà borghettina, ma per l’intero comprensorio che va da Albenga a Loano e relativo entroterra. Il tutto, partendo da un elemento-chiave: La Carta dei Servizi. Taboga tiene a sottolineare che è stato redatto questo documento, tra il Comune, i consumatori (in questo caso rappresentati da Assoutenti) e gli enti che si occupano dell’erogazione di servizi. L’invito dell’associazione è quello di utilizzare il più possibile il formulario che si può scaricare dal sito comunale o ritirare cartaceo presso gli sportelli di Assoutenti.

Taboga dichiara: “Nel redigere questa carta è stato fatto un lavoro enorme per garantire la massima partecipazione cittadina. Segnalare un problema è il solo modo per risolverlo ma se questo compito non viene accettato e, anzi, è visto come un onere, tutto il lavoro fatto diventa inutile. Inoltre non abbiamo potuto far tesoro dell’esperienza di altri Comuni perché siamo pionieri in questo campo. Sotto questo punto di vista Borghetto è avanti rispetto al suo territorio”.

Si parla di nettezza urbana, e qui intervengono due portavoce dell’ATA direttamente da Savona, che spiegano: “La nostra non è una società privata ma partecipata. Prima che subentrassimo noi nella gestione dei rifiuti Borghetto aveva percentuali di differenziata bassissime, nel 2013 e 2014 erano tra il 20 e il 30%. Noi in meno di tre anni abbiamo portato questo dato oltre il 60%. Un risultato ottimo ma ancora inferiore agli obblighi di legge. Per questo stiamo eliminando i cassonetti di grandi volumetrie e introducendo un porta a porta spinto. Abbiamo ancora qualche problema in zone molto periferiche, come sui confini con Ceriale e Toirano, ma grazie all’aiuto della Polizia Municipale stiamo migliorando anche lì”.

Si parla di acqua pubblica e depurazione, con l’intervento di Alessandro Vignola, amministratore delegato di Ponente Acque, la partecipata che nasce dalla fusione delle precedenti SCA e Servizi Ambientali: “Oggi su tutto il comprensorio tra Laigueglia e Borgio Verezzi le uniche due società private sono la ILCE ad Albenga e la S. Lazzaro a Loano, che comunque hanno dei contratti in scadenza, per cui anche questi due Comuni, prima o poi, entreranno in Ponente Acque. La volontà è quella di creare una struttura a partecipazione pubblica nel rispetto della richiesta dei cittadini espressa con il referendum sulla privatizzazione, cosa che in poche regioni italiane sta avvenendo, proprio in violazione della volontà popolare. E stiamo subendo anche ricorsi al TAR da soggetti privati, ma non ci lasciamo spaventare. Ceriale è il primo Comune sotto Ponente Acque già operativo, i primi 10 Comuni del comprensorio aderenti a Ponente Acque presto saranno 14, su un traguardo finale stabilito in 27”.

Ma i problemi da affrontare saranno tanti, come spiega Vignola: “Dovremo sostenere forti investimenti, il solo adeguamento dell’impianto di depurazione costerà oltre 20 milioni. Fino ad oggi i vari Comuni hanno fatto pagare una bollettazione eccessivamente esigua, a fronte però di un mancato aggiornamento della rete. Risultato? Oggi quasi nessun acquedotto cittadino è a norma. Dovremo fare un piano trentennale di riforma di tutti gli impianti e questo graverà sulle tasche della gente: oggi nel nostro comprensorio abbiamo dei costi medi inferiori a 1 euro al metro cubo, a fronte di una media nazionale tra 2 euro e 2,50. Quindi le tariffe dovranno più che raddoppiare”.

Vignola solleva un altro problema: “Ponente Acque sta assorbendo il personale preposto alla manutenzione idrica degli altri Comuni. Ma molte realtà cittadine sono sotto organico, in certi paesi ci sono addirittura degli operai preposti a vari ruoli, dall’idraulica al verde pubblico, avremmo bisogno di incrementare la forza-lavoro ma a causa del Decreto Madia non possiamo assumere”.

Taboga aggiunge: “In tanti paesi l’acqua non è buona. Viene dichiarata chimicamente potabile, ma potabile e bevibile son due cose diverse. Abbiamo acqua potabile ma non bevibile. E avremmo dei pozzi eccellenti, ma il problema è che per fare la volumetria idrica necessaria spesso si mischiano acque buone ad altre da pozzi ben più scadenti. Da anni mi batto per una dualità delle linee: una per uso alimentare e irriguo, l’altra per uso igienico e industriale”.

Vignola replica: “A oggi le urgenze sono adeguamento e depurazione. Pensare anche a un uso alimentare per ora è fantascienza. A fronte delle tariffe medie di cui parlavo, non basterebbe neanche far pagare 5 euro/mc per interventi di questo tipo”.

Si parla di acqua agricola, e qui interviene Davide Michelini, vicepresidente provinciale di Confagricoltura: “L’allaccio di Albenga al depuratore di Borghetto sarà non facile da gestire. Oggi infatti la Piana ha due gravi problemi: il cuneo salino che sta salendo fino a Leca (con grave danno a livello irriguo, perché l’acqua di mare fa male alle piante) e il forte inquinamento da nitrati e fosfati. Detto questo, oggi il depuratore di Borghetto ha tecnologie davvero all’avanguardia, ma il problema è che scarica in mare. Questo comporta due gravi conseguenze: la prima è che quest’acqua potrebbe essere riutilizzata in campo irriguo e non avviene. La seconda è che una mole di acqua dolce riversata in modo compatto e massiccio in uno stesso tratto di mare, causa un gravissimo squilibrio idrobiologico. Quindi da una parte abbiamo uno spreco e dall’altra un danno”.

Si parla di seconde case, problema da sempre sentito a Borghetto. Dichiara Taboga: “La Legge Regionale sul turismo ha un paragrafo ben preciso in merito: chi affitta o subaffitta a scopo turistico dovrebbe darne comunicazione al Comune, con tutta la documentazione necessaria, date di soggiorno, prezzi, servizi offerti, assicurazione RC, autorizzazione delle autorità competenti e garanzia che tutto è a norma. Chi esercita quest’attività senza le corrette comunicazioni può essere multato. Oggi le varie agenzie immobiliari si stanno pian piano adeguando, ma tra i privati regna ancora l’anarchia totale. Adeguarsi significherebbe dare un servizio migliore al turista, che arriverebbe non nel caos ma in una situazione ben regolamentata, ma sarebbe l’opportunità anche per il Comune per gestire dei dati statistici corretti sulle affluenze e, in relazione a ciò, calibrare l’offerta e dare tanto e in modo più mirato”.

Si parla di commercio abusivo. Spiega Taboga: “Abbiamo divulgato al mercato di Borghetto dei volantini della campagna di sensibilizzazione denominata “Non voglio il falso!”, dove spieghiamo che chi compra da venditori non in regola rischia multe salate. Ma è una goccia nel mare: il primo passo dovete farlo voi, non comprando da chi esercita attività di vendita in modo illegale. E anche i commercianti dovrebbero farsi promotori di questa lotta denunciando ogni abusivismo”.

E riprende la parola Michelini, di Confagricoltura: “Da un paio d’anni ho richiesto al mio presidente provinciale anche un’attività di monitoraggio di chi vende frutta e verdura con i camion in modo illecito. Le forze dell’ordine mi hanno spiegato che spesso queste persone hanno anche licenza di vendita legale, per cui diventa difficile impedire il loro commercio, ma ci sono tanti aspetti che non vengono rispettati: i camion avrebbero delle aree preposte per fare mercato (a Borghetto sono a Pineland e al confine con Toirano) ma non le rispettano e girano sul territorio. E poi, dei prodotti che sono stati al sole sotto un cassone telonato per tutto il giorno a luglio e agosto, che caratteristiche organolettiche hanno? Infine questa gente compra stock di provenienza raramente certificata da grandi mercati e in virtù di questo può fare dei prezzi che uccidono la filiera corta, quando noi in provincia abbiamo frutta e verdura che certamente costa un po’ di più, ma è tra le più buone del mondo”.

Alla fine Taboga non nasconde una punta di malinconia per una Borghetto che negli ultimi anni si è spopolata da 5.000 a 4.000 abitanti, dove i giovani cercano di farsi una vita andandosene dal paese e dove il centro è sempre più spopolato di attività. E con la sua proverbiale saggezza, cita un detto africano: “Quando due elefanti si scontrano, chi perde è il prato. Oggi siamo tutti vittime di grandi attriti tra colossi politici ed economici. E chi sta sotto è la gente. Se non reagite voi, se non prendete in mano la situazione, farete la fine di quel prato. Informatevi, cercate gli strumenti per far sentire la vostra voce. Perché i problemi si possono risolvere”.

Alberto Sgarlato

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