Politica - 28 settembre 2016, 08:45

Pertini o non Pertini? Il PSI risponde alle dichiarazioni del consigliere Vaccarezza

Psi "Troviamo davvero terrificante che le opposte fazioni politiche tentino di interpretare una vicenda, inequivocabilmente triste e feroce, con chiavi di lettura collegate al loro credo e spesso al loro interesse"

Pertini o non Pertini le dichiarazioni del consigliere regionale Angelo Vaccarezza non hanno lasciato indifferente il mondo politico e non solo e puntuali arrivano le repliche da parte del PSI savonese.

Ma ricordiamo quali sono state le dichiarazioni di Vaccarezza:

"Nella mia vita non mi sono mai nascosto “dietro un dito” , ho sempre messo in primo piano la mia faccia e delle mie scelte ho sempre pagato il prezzo: questa volta non sarà diverso". Così dichiara Angelo Vaccarezza in merito alle polemiche successive alla pubblicazione su uno dei suoi profili privati, proprio nel giorno delle celebrazioni della nascita dell’ex Presidente della Repubblica Sandro Pertini di un immagine che lo ritrae accanto al Maresciallo Josip Broz Tito, Presidente della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia dal 1953 al 1980, Primo Ministro della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia del 1945 al 1963.

"Il Maresciallo, per chi non lo sapesse o per chi lo ha voluto dimenticare, è il responsabile dell’Olocausto Italiano, dell’assassinio di migliaia di Italiani, di ogni fede e colore politico che vennero sommariamente accusati di collaborazionismo, fucilati ed infoibati – prosegue Vaccarezza – affermare che Pertini sia stato il presidente più amato agli italiani è l’immagine che un’abile campagna mediatica ha costruito intorno a lui attraverso immagini studiate “ad hoc” per crearne una visione angelica, altruista ma assolutamente non rispondente a quella che fu la realtà dei fatti.
Quando si parla di un uomo che ricopre la carica più alta dello stato non si può prescindere da quella che è stata la sua vita in un momento storico tanto delicato quanto il secondo dopoguerra. Le scelte politiche, le azioni compiute sempre accompagneranno il tuo nome, la tua persona.

Ho sempre pensato che un Presidente che accosta il suo nome, la sua immagine ai criminali di guerra, e partecipa ai funerali del responsabile di un’atroce “pulizia etnica”, ritratto nell’atto di baciare la bara in cui riposano le spoglie di un feroce dittatore poco ha da condividere con la mia idea di valori, con quello che insegno ai miei figli. Molti altri sono gli esempi negativi dati da quest’uomo, mediocre nelle azioni e decisamente sopravvalutato rispetto alle sue capacità. Luisa Ferida, Osvaldo Valenti, sono solo alcuni dei nomi di un lungo elenco che pesano come macigni nella storia di alcuni di noi.

Non cerco di convincere nessuno del mio pensiero – conclude il capogruppo di Forza Italia in Regione Liguria - ma credo che sia condiviso e non dal numero esiguo dei persone che si fa credere. I miei eroi sono altri e ne vado fiero; mettere a tacere la storia non sarà mai mettere a tacere le loro coscienze e quelle di chi sa e finge di non sapere".

La Direzione Del Psi Savonese, ritiene di intervenire in risposta alle dichiarazioni del Consigliere Regionale Angelo Vaccarezza, citando in Primis,

il Discorso pro­nun­ciato al Tea­tro Ciscutti di Pola da Benito Mus­so­lini il 20 set­tem­bre 1920:

«Qual è la sto­ria dei Fasci? Essa è bril­lante! Abbiamo incen­diato l’Avanti! di Milano, lo abbiamo distrutto a Roma. Abbiamo revol­ve­rato i nostri avver­sari nelle lotte elet­to­rali. Abbiamo incen­diato la casa croata di Trie­ste, l’abbiamo incen­diata a Pola…» (…) «Di fronte a una razza come la slava, infe­riore e bar­bara, non si deve seguire la poli­tica che dà lo zuc­che­rino, ma quella del bastone. I con­fini ita­liani devono essere il Bren­nero, il Nevoso e le (Alpi) Dina­ri­che. Dina­ri­che, sì, le Dina­ri­che della Dal­ma­zia dimen­ti­cata! (…) Il nostro impe­ria­li­smo vuole rag­giun­gere i giu­sti con­fini segnati da Dio e dalla natura, e vuole espan­dersi nel Medi­ter­ra­neo. Basta con le poe­sie. Basta con le min­chio­ne­rie evangeliche».

Dopo questo discorso, l’Istria fu messa a ferro e fuoco. Fu annessa, insieme a Fiume e all’enclave dalmata di Zara. 80.000 tra sloveni, croati, ungheresi e tedeschi furono costretti ad andare via. Le autorità fasciste della regione allora denominata Venezia Giulia contarono in un censimento del 1939 una popolazione di circa 607.000 abitanti, di cui 245.000 italiani (44%) e 362.000 slavi, detti allogeni, -allogeno significa popolazione minoritaria (?!?!)-. Alla popolazione allogena venne imposto l’uso della lingua italiana, furono vietate scuole e diritti nazionali. Chi non si sottometteva veniva perseguitato. Vent’anni dopo, nel 1941 l’Italia diede il via all’aggressione della Jugoslavia. Furono occupate Dalmazia, Slovenia, Montenegro, Kosovo. L’occupazione coatta dei territori, abitati da slavi per il 99%, portò a violenze e soprusi.

Questo preambolo era doveroso per comprendere il contesto storico nel quale si è poi sviluppato il massacro delle foibe.

È una pagina buia della nostra storia, probabilmente figlia dell’odio, quell’odio scatenato dalla barbarie e dalla sopraffazione, che l’occupazione fascista abbia contribuito ad acuire l’avversione verso i nostri connazionali, con i soprusi e gli eccidi perpetrati durante il ventennio di occupazione, sembra fuori discussione. Ma l’ira selvaggia e brutale di chi agisce in nome della libertà e della lotta alla dittatura non trova proprio per questo alcuna giustificazione, soprattutto se rivolta contro persone inermi, come civili in generale, e donne e bambini in particolare.

Troviamo davvero terrificante che le opposte fazioni politiche tentino di interpretare una vicenda, inequivocabilmente triste e feroce, con chiavi di lettura collegate al loro credo e spesso al loro interesse, il comunicato di Angelo Vaccarezza rimane un affronto ad un grande Socialista, ad un uomo che ha sacrificato la sua vita, i suoi affetti per la libertà della sua Nazione, lo dicono i fatti gli anni di prigionia, l’esilio, e le sue battagli democratiche in favore dei lavoratori, oltre che la sua onestà intellettuale e morale di chi come lui non aveva caro Sig. Vaccarezza bisogno di campagne mediatiche, a lui bastava andare tra la gente e parlare con la gente, non era un uomo di palazzo come forse i leader di oggi a cui lei è abituato.

Certo che se vuole sentirsi dire che Sandro Pertini e il Maresciallo Tito erano due combattenti per la libertà dal Nazi Fascismo, uomini che difendevano e lottavano per libertà del loro popolo, ha colpito nel segno in quanto lei è sicuramente dalla parte opposta, inoltre l’affondo che lei ha riservato nei confronti del Nostro Caro Presidente è altresì offensivo dell’intero Parlamento che lo votò con ampio consenso, della figura del Presidente Mattarella che lo ha omaggiato a Stella San Giovanni, e della Giunta di cui lei fa parte che ha finanziato il restauro della casa Museo di Sandro Pertini, o forse la sua è sicuramente demagogia politica, populismo di Destra, o campagna elettorale preventiva, non l’abbiamo mai visto in piazza o dichiararsi a favore della classe operaia, ci scusi Sig. Vaccarezza ma il suo atteggiamento è sgradevole e lesivo di tutti quei padri della Patria che hanno combattuto anche per la sua libertà, che lei oggi esprime con sarcasmo e ipocrisia. Come dice Vaccarezza la Storia parla da sola, e la Storia del Socialista Sandro Pertini è scritta in montagna, in esilio, in carcere, nel Parlamento e per le strade e nelle piazze da milioni di Italiani che hanno apprezzato la sua schiettezza e la sua fede politica.

 

rg