Eventi - 24 agosto 2016, 15:45

Teatro a Verezzi: il bilancio dell'edizione numero 50, record di incassi e affluenza

Bilancio eccezionalmente positivo per il 50° Festival Teatrale di Borgio Verezzi, che si è concluso nei giorni scorsi con l’ultima prima nazionale della stagione, “L’inquilina del piano di sopra” di Pierre Chesnot, portata in scena da Gaia De Laurentiis e Ugo Dighero, e salutata da calorosi applausi.

Si è da poco chiusa l’edizione numero 50 (una “cifra tonda” decisamente importante) del Festival teatrale di Borgio Verezzi e l’amministrazione comunale decide di “salutare” la rassegna traendo un pubblico bilancio dei risultati ottenuti. Alla conferenza stampa del 24 agosto sono presenti il sindaco Renato Dacquino, il direttore artistico, Stefano Delfino, e il consigliere con delega al teatro, Maddalena Pizzonia.

Purtroppo, in una giornata di gioia come questa, si apre l’incontro con una nota amara. Racconta Delfino: “Aprimmo la rassegna teatrale, questa estate, ricordando le vittime dell’attentato di Nizza. La chiudiamo mentre un devastante terremoto ha appena messo in ginocchio l’Italia Centrale. Tantissimi artisti con cui abbiamo collaborato, attori, autori, registi, vivono là. A loro e naturalmente a tutta la popolazione locale va la nostra solidarietà”.

Ma entriamo subito nel vivo con i numeri che, quest’anno più che mai, parlano da soli: gli incassi della biglietteria nel 2016 hanno sfiorato il tetto dei 230mila euro, cioè il 19,8% in più dell’anno precedente. Il numero di spettatori complessivo è stato di 10.326 (+26%). Ma il sindaco ci tiene a fare una precisazione: “Qualcuno potrebbe obiettare che basta fare più serate in calendario e automaticamente le presenze salgono. Quindi mi sono rivolto al consigliere Pizzonia, che è brava in matematica, e le ho chiesto la presenza media per ciascuna serata. Il risultato fa 464 persone a sera. L’anno scorso erano 404 di media. Nel 2002 la media era di 345 persone. L’aumento delle presenze è tangibile e, considerando che la piazza non è immensa, abbiamo registrato un sold out ogni sera”.

Quella che Dacquino descrive come una “ottimizzazione della macchina organizzativa” ha portato, dallo scorso anno, a una riduzione del costo per singolo spettatore da 55 a 45 euro. Considerando che il prezzo del biglietto è ormai invariato da parecchi anni ed è di 25 euro, la differenza ha gravato sulle casse comunali.

“Ma se si pensa al ritorno nazionale e mondiale in termini di immagine, è un’inezia”, precisa il sindaco. Il Comune quest’anno ha investito nel Festival 50.000 euro in più rispetto all’anno scorso (per un totale di circa 80.000). E qui il direttore artistico Delfino precisa: “Si tenga conto che recentemente abbiamo perso fondi pubblici per oltre 150.000 euro: la Fondazione Carisa non esiste più, l’Ente Provincia nemmeno e tanti altri istituti ormai aiutano solo gli amici degli amici”. Comunque, analizzando questi dati, avere oggi una copertura delle spese grazie alla biglietteria pari al 50% è quello che Pizzonia definisce “un dato da manuale”.

Ma quando si è di fronte all’arte, le aride cifre non contano, contano molto di più le emozioni. O forse le due cose possono convivere molto bene? È esattamente questo che il sindaco tiene a dimostrare: “In questo paese, e parlerò per quanto riguarda gli ultimi cinque anni, quando si parla del Festival tutti si trasformano in critici e in esperti, così come dopo le partite di calcio sono tutti allenatori della nazionale. Io dico che è ora di smetterla con le polemiche sterili e di capire che è ora di investire nella cultura. La cultura può essere business, la cultura paga. Dico senza retorica di avere lavorato con una squadra di persone straordinarie e il nostro evento teatrale si dimostra un’industria che lavora bene. Su questo parlano i numeri, considerando che tra Patto di Stabilità e Fondo di Stabilità abbiamo avuto le risorse tagliate di circa il 50%”.

Delfino, direttore artistico, esordisce dicendo: “Per natura sono pacato e misurato. Non uso iperboli. Ma questo è stato un anno eccezionale. E per celebrarlo, considerando anche il fatto che è il cinquantennale, questa è la prima volta che allestiamo una conferenza-stampa di chiusura. Gli incassi sono stati da record, 24mila euro al primo giorno al botteghino contro 16mila dell’anno precedente è un risultato mai visto. Solo con i biglietti siamo riusciti in pratica a coprire i cachet delle compagnie. Ma soprattutto, quest’anno è tornata a parlare abbondantemente di noi la critica nazionale, con recensioni lusinghiere. Abbiamo conseguito il prestigioso Premio Pavlova con la motivazione che abbiamo tenuto in vita il Festival per 50 anni superando tutte le difficoltà, anche in quest’era di crisi economica. Posso vantarmi, nei miei 15 anni di gestione della rassegna, di aver selezionato spettacoli solo di alto livello, non ho mai dato una ‘sòla’ al pubblico, e gli spettatori ci hanno ripagato.

A proposito della scelta dei titoli, quest’anno abbiamo operato una selezione su 310 progetti, uno dei quali sottoposto da una compagnia teatrale in Argentina (e non era l’unico dall’estero).

Ciò dimostra che la eco del Festival di Verezzi si propaga in tutto il mondo e, mi permetto di far notare, più al di fuori che nelle mura cittadine”. Sempre a proposito di scelte operate, Delfino fa notare un calendario più incentrato sulla commedia che sul dramma e, quasi a nobile legittimazione di questa scelta, cita una frase recitata da Lello Arena in “Parenti Serpenti”, che dice: “Non c’è niente di male a far ridere la gente. Le risate, così come le lacrime, sono emozioni”.

E con una punta di polemica, il direttore artistico conclude: “E se c’è qualche invidioso che, come si dice, ròsica, è perfettamente in tema con la rassegna. Anche l’invidia è un’emozione”. A tutti gli appassionati e i collezionisti che fossero interessati ricordiamo che dalla fine di agosto sarà disponibile al prezzo di 10 euro presso lo IAT, l’Ufficio Cultura, l’Ufficio Festival e la Biblioteca di Borgio Verezzi, il libro commemorativo sui 50 anni della rassegna, con dentro immagini di repertorio, locandine storiche e 67 testimonianze di grandi protagonisti che hanno fatto parte di questo evento artistico nel corso degli anni. Per 5 euro, presso gli stessi uffici, si può acquistare la Locandina d’Autore appositamente realizzata da Sergio Olivotti per il Cinquantennale del Teatro di Verezzi.

Alberto Sgarlato