Si è sempre saputo che il cosiddetto “Nudo artistico” non ha nulla a che vedere con la pornografia, che non è osceno, non turba il comune senso del pudore e serve, anzi, come idea per veicolare il messaggio. La storia dell’Arte, in molti casi persino dell’Arte Sacra, è piena di corpi nudi.
Eppure, evidentemente, ancora oggi c’è qualcuno che non la pensa così. Soprattutto a Pietra Ligure.
Tutto ha inizio con un concorso di arti figurative organizzato dall’associazione culturale Zerovolume e intitolato “Femminile singolare: essere donna in un mondo maschile plurale”.
Le opere pittoriche e fotografiche concorrenti dovevano avere lo scopo di sensibilizzare sul problema delle discriminazioni contro la donna nella società di oggi. I dieci lavori finalisti, scelti da una giuria accuratamente selezionata da Zerovolume, sono stati affidati ad altrettanti negozi del Centro Integrato di Via “Facciamo Centro” di Pietra Ligure, dove resteranno esposti fino alla finalissima del 22 agosto.
Una boutique ha scelto un’opera raffigurante una foto segnaletica di quelle che si usano nei commissariati. “Si trattava di due figure nude, due corpi magrissimi, quasi scheletrici, con i volti censurati. Un’immagine che non aveva in sé niente di erotico o di volgare”, ci racconta Enrica Fracchia Morelli di Zerovolume. Eppure a quanto pare proprio questo scatto ha urtato la sensibilità di qualcuno (non sappiamo se turista o residente) che è andato a protestare in Comune, parlando addirittura di “Bambini traumatizzati”.
E così sono dovuti intervenire gli agenti di Polizia Municipale di Pietra Ligure, chiedendo alla boutique di non esporre più quest’opera finalista.
Ovviamente Enrica Fracchia Morelli non accetta questo verdetto e dichiara: “La foto, come tutti gli altri nove lavori, sarà esposta sul palco già allestito per la finalissima, che si svolgerà nella serata del 22 agosto nella piazza centrale di Pietra Ligure e che prevederà sfilate di moda, musica e la premiazione del nostro concorso di arti visive alle 23. E se qualcuno si sentirà turbato da tutto ciò, gli suggeriremo di mettersi una bella scatola di cartone in testa, un po’ come ha fatto recentemente il governo Renzi per non offendere la sensibilità di alcune delegazioni estere”, conclude l’organizzatrice con una punta di provocazione.