A fine 2015 in Liguria si erano costituite 24 “Unioni di Comuni”, con il coinvolgimento di ben 112 Amministrazioni locali. Sono infatti sempre più necessarie azioni concrete a supporto delle politiche associative nei settori della Protezione Civile,della tutela del territorio, dell'agricoltura, dei Servizi Sociali,della Cultura, della gestione dei rifiuti urbani, ecc.) ed in provincia di Savona, le unioni erano ben sei: Parco del Beigua (2 Comuni), Finalese (2), Val Maremola (3), Della Vite e dell'Ulivo (4), Riviera delle Palme e degli Ulivi (7), Val Merula e Montarosio (5).
Nei giorni scorsi il fatto incredibile: lo scioglimento dell'Unione più numerosa, quella della “Riviera delle Palme e dell'Ulivo” a pochi mesi dalla sua costituzione, quando sono ben note tutte difficoltà finanziarie e organizzative che oggi attanagliano in particolar modo i singoli Comuni medio-piccoli.
Per questo anche nel Ponente savonese si erano costituite le Unioni e, come del resto in tutta Italia, centinaia di Amministrazioni organizzano questi nuovi sistemi di collaborazione aiutate da norme regionali che elargiscono sovvenzioni cospicue.
Come mai proprio nel ponente savonese, con il clamoroso fallimento dell'Unione della Riviera delle Palme e degli Ulivi, dobbiamo registrare questo autolesionistico e pericoloso passo indietro che rischia di compromettere in primo luogo tutte le politiche ambientali sul territorio?
Non ci si rende conto che saranno inevitabilmente i cittadini a pagare, in futuro, i costi di questi comportamenti?
In Emilia Romagna vi sono moltissime Unioni di Comuni, aiutate fortemente con milioni di Euro,
e l'Assemblea Regionale ha addirittura dato il via libera a referendum consultivi (richiesti dai Consigli Comunali e non imposti ai cittadini) per la possibile fusione di ben 16 Comuni (negli ultimi due anni sono già state effettuate otto fusioni).
A questo punto la Regione Liguria dovrà, se ne sarà capace, attivarsi per rimediare agli errori e convincere come la scelta giusta, fatta dagli oltre cento Comuni liguri associati nelle “Unioni”, è inserita in un sistema organizzativo moderno che, nelle condizioni politico-economiche attuali, non ha alternative.
Quali sono le vere difficoltà che i nostri Amministratori si sono trovati ad affrontare senza successo e che gli altri Comuni hanno invece saputo superare brillantemente?
Una vera politica ambientale, che miri alla cura ed alla salvaguardia del fragile ambiente ligure, sarà veramente efficace solo in un contesto di collaborazione, non di antistoriche e dannose posizioni campanilistiche.
Si spera quindi, per il prossimo futuro, in una rapida inversione di rotta, con un deciso e concreto impegno finanziario-organizzativo da parte della Regione Liguria.
Il Portavoce dei “Verdi” della Provincia di Savona,
Gabriello Castellazzi