La riforma dei porti vede ufficialmente la luce. Tra 15 giorni sarà infatti operativa, con l’obiettivo di creare un gestione più agile e colmare le inefficienze del sistema logistico portuale.
Prevista la riduzione da ventiquattro a quindici delle Autorità Portuali, sostituite dalle Autorità di Sistema Portuale, che avranno anche competenze sulla logistica. Nello specifico Genova (legata a Savona), La Spezia ( legata a Carrara), Livorno (a Piombino), Civitavecchia, Napoli (a Salerno), Cagliari (a Olbia), Palermo (a Trapani), Augusta (a Messina e Catania), Gioia Tauro, Taranto, Bari, Ancona, Ravenna, Venezia e Trieste. Le Autorità del Sistema Portuale avranno il presidente, il comitato di gestione, il segretario generale ed il collegio dei revisori dei conti.
Si riduce il numero dei membri degli attuali comitati portuali, passando da 336 membri a circa 70, mentre la voce delle categorie che operano in porto sarà rappresentata negli Organismi di partenariato della risorsa mare
"Le azioni previste dal decreto”, ha commentato il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio, “consentiranno ai porti italiani di diventare un sistema più capace di creare occupazione e sviluppo economico. Vogliamo che il porto di Genova e Savona diventi il porto della Svizzera, quelli del nord adriatico siamo il porto merci dell'Austria e del nord Europa".
"I 57 porti di rilievo nazionale coordinati da 15 autorita' di sistema", aggiunge, "sul modello dei maggiori porti europei verranno guidati da un board snello e da un presidente con ampia facolta' decisionale".
Nel testo licenziato dal Consiglio dei ministri e' confermata la possibilità dei presidenti delle Regioni di chiedere il rinvio degli accorpamenti, motivato, fino a tre anni, ma sarà il ministro a decidere. Semplificata anche le procedure per l'approvazione dei Piani regolatori portuali e introdotta la novità della sostenibilità energetica e ambientale dei porti, con l’invito a ridurre l’emissione di C02.