Attualità - 17 luglio 2016, 08:30

Alla soglia dei 60 anni la Farmacia Gasco di Leca d'Albenga, un punto di riferimento per il territorio

La Famiglia Gasco gestisce la farmacia di Leca da generazioni puntando tutto sul rapporto umano e l'amicizia "A volte chi entra qui ha solo bisogno di un consiglio"

Alla soglia dei 60 anni la Farmacia Gasco di Leca d'Albenga, un punto di riferimento per il territorio

Un punto di riferimento da 59 anni, non solo ad Albenga, ma anche nelle località limitrofe, la Farmacia Gasco di Leca da tre generazioni coltiva un rapporto personale e famigliare con i suoi clienti che spesso sono amici o che, in ogni caso, lo diventano grazie alla cordialità che si respira all'interno dell'attività.

Racconta Arianna Gasco “Tutto ebbe inizio con mio papà Giovanni Gasco, chiamato da tutti Renato figlio di farmacisti che dal Piemonte giunse a Leca per aprire la sua farmacia”

“Ho seguito le sue impronte e da lui ho imparato molto anche e sopratutto dal punto di vista umano. - racconta Arianna – Credo che una delle caratteristiche che ci distingue e che le persone recepiscono con favore è proprio quella che siamo sempre noi, non abbiamo mai cambiato gestione ed abbiamo sempre trattato le persone come amici ancor prima che come clienti. A volte chi entra in farmacia ha solo bisogno di una parola o di un consiglio e qui lo trova sia da me che dalle mie dipendenti che considero delle vere e proprie amiche”.

Tanti gli episodi che potrebbero essere raccontati ad evidenziare il rapporto che Arianna Gasco ha instaurato con i suoi clienti “Ricordo ad esempio quando andavamo in ferie (ora con i turni invece non chiudiamo mai) e un giorno una signora anziana è venuta a casa mia, ha citofonato e mi ha detto che capiva che eravamo chiusi, ma che lei non poteva aspettare la fine delle ferie e così l'ho fatta entrare in casa ed abbiamo parlato un pomeriggio intero e poi le ho misurato la pressione. Aveva solo bisogno di quello”.

Un episodio, questo come molti alti, che testimonia una sorta di “tradizione” di famiglia, racconta infatti Arianna “

Tanti simpatici episodi anche dell'infanzia, ricorda Arianna “Avevamo anche una cagnolina ,una barboncina nera di nome Tibzi, che passava tutto il mattino in farmacia con mio padre e stava sempre sulla porta a veder passare le persone; correva solo dietro il banco quando sentiva il rumore del coperchio del barattolo delle caramelle d’orzo che si apriva e allora cominciava a piangere fino a che non le veniva data una caramella che da sola scartava e mangiava. “Ricordo ad esempio che nel periodo dei mondiali di calcio mio padre metteva un cartello sulla porta informando i pazienti che lo avrebbero trovato al bar perché “c’era l’Italia da vedere”! Era un punto di riferimento per molte persone; faceva iniezioni, medicazioni e a volte si improvvisava anche medico.
Ancora oggi qualche persona anziana viene a chiedermi una medicina cha a suo tempo mio padre gli aveva consigliato. La sua vita purtroppo si e’ interrotta presto, a soli 5I anni, lasciando in tutti noi un terribile vuoto che ancora oggi facciamo fatica a colmare.”

Mara Cacace