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Attualità | 12 luglio 2016, 18:45

Bombardier di Vado, i sindacati contro l'azienda: "No al taglio del 50% dei dipendenti, così si va verso la chiusura"

Domani presidio in Prefettura:"Davvero sconcertante che anche nelle ultime due giornate di mobilitazione non ci sia stata la presenza di nessun amministratore locale o esponente politico a fianco dei lavoratori"

Bombardier di Vado, i sindacati contro l'azienda: "No al taglio del 50% dei dipendenti, così si va verso la chiusura"

 

Fumata nera dall’incontro tra Bombardier e I sindacati. Questo pomeriggio si è svolto un confronto all’Unione Industriali di Savona, a margine del quale I lavoratori hanno messo in atto una mobilitazione di protesta.

“Il confronto”, commenta Giovanni Mazziotta della Uil, non è stato utile perchè non è stato raggiunto nessun accordo. Bombardier si è arroccata sulle sue posizioni, continuando a ribadire che il sito di Vado è un costo”.

“Questo”, prosegue il sindacalista, “non è vero perchè lo stabilimento è sempre stato produttivo:  l’anno scorso ha fatturato 40 milioni. Il mancato guadagno non può risolversi in licenziamenti collettivi. Noi siamo disponibili ad intraprendere un discorso di abbassamento dei costi, non di tagli di personale”.

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Fatturato 40 milioni al netto sempre dato guadagno non può risolversi licenziamenti collettivi, dipsonibil a fare discorsi abbassamento di costi

“L'incontro di ieri con il responsabile europeo”, commenta Andrea Pasa,  “e oggi presso Confindustria è stato molto negativo ma ha messo in luce ciò che denunciano da tempo alle istituzioni locali e alla politica piu in generale: la crisi di Bombardier e' conclamata”.

“Ora”, continua il segretario provincial della Fiom Cgil,  “è necessario trovare soluzioni che non possono essere la chiusura dello stabilimento e neppure la riduzione del 50% degli attuali occupati, ma deve passare attraverso investimenti (dovranno essere investisti parte dei 500 milioni di euro di utile che in 15 anni lo stabilimento di Vado a prodotto verso il gruppo) dirottando attività dagli altri stabilimenti europei e non solo a zone low cost (polonia , Romania ecc) aprire un confronto sulle attività dello Zefiro 1000 e concentrarsi sul mercato italiano relativo  alle locomotive  "cargo" . Solo così potremmo avere ancora un sito a Vado ligure che possa concorrere per le sfide future”.

“La cura dimagrante che propone il gruppo”, continua il sindacalista, “non è percorribile perché vorrebbe dire la chiusura dell'intero stabilimento nel giro di due-tre anni e la morte di tutti le attività oggi presenti (progettazione , produzione e service)”.

“Oggi i lavoratori”, sottolinea Pasa, “sono ancora in sciopero e  in presidio sotto la sede di Confindustria a partire dalle ore 13.00 anche con blocchi stadali.  E' davvero sconcertante che anche nelle ultime due giornate di mobilitazione  non ci sia stata la presenza di nessun amministratore locale o esponente politico a fianco dei lavoratori”.

“Diciamo con forza alla politica locale e nazionale che e' finito il tempo della "solidarietà", i lavoratori, le persone vogliono i fatti. E' vergognoso che ogni volta che chiediamo un incontro con le istituzioni sui temi legati al lavoro si debba andare per strada e scioperare per avere risposte”.

“Oggi l'azienda ci chiede di mettere in campo tre mesi di cassa integrazione in deroga per prendere tempo. Questo non e' accettabile. Perché si chiedono ulteriori denari pubblici e soprattutto senza avere una strategia futura da porre in essere e comunque licenziare centinaia di lavoratori entro fine anno”.

“A questo punto la Regione”, continua il sindacalista, “che ha in mano i denari degli ammortizzatori sociali in deroga,  intervenire entro i prossimi giorni al fine di escludere percorsi di "deroga" senza prospettive future, ma lo deve fare immediatamente e quindi convocare un incontro con azienda , sindacati e istituzioni locali”.

“Inoltre e' necessario intraprendere un percorso con i ministeri competenti con l'obbiettivo di mettere insieme tutte le proposte finalizzate a mitigare il problema che oggi è di dimezzare il numero degli attuali occupati”.

“Le organizzazioni sindacali anche oggi hanno proposto percorsi alternativi che sono stati bocciati dall'impresa e Confindustria”.

Domani ci sarà una ulteriore mobilitazioni dei lavoratori con presidio sotto la Prefettura di Savona per sensibilizzare il Governo a convocare un incontro relativo alla vicenda Bombardier, così come convenuto nell'incontro dello scorso 16 giugno proprio in occasione della riunione al mise di cgil cisl Uil di Savona relativo al tavolo di crisi complessa della provincia.

 

r.g.

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