Attualità - 23 giugno 2016, 17:22

Nefasto incontro tra azienda e sindacati: "Tirreno Power rischia di essere la prima Società a licenziare nel settore elettrico"

Le segreterie sindacali: "Il piano industriale presentato è scandaloso, speriamo che ci sia un ripensamento dell'azienda prima dell'incontro al MISE". Il 28 giugno confermato lo sciopero di tutta la Società

Assemblea plenaria a Roma tra azienda e sindacati su Tireno Power. Questo pomeriggio si è svolto il vertice in cui l’azienda e i sindacati si sono confrontati riguardo l'uscita dal carbone, il futuro industriale e gli ammortizzatori sociali.

Ad intervenire Enrico Denevi, Segretario Generale Flaei Cisl Liguria: "Situazione davvero drammatica per Tirreno power, si rischiano i primi licenziamenti del settore elettrico". 

Spiegano dalle RSU Tirreno Power le Segreterie Filctem Flaei e Uiltec Savona e Liguria: "Oggi abbiamo incontrato l'azienda a Roma che ci ha esposto le ragioni del no al carbone. Per quanto riguarda l’Area sequestrata deve rimanere in tali condizioni sino alla fine del processo giudiziario. È cambiato lo scenario sul futuro del carbone, le associazioni sono sempre più infuriate, il guadagno sul carbone è in forte calo, certo che su istanza di dissequestro avremo avuto altri ricorsi dalle associazioni. Il progetto iniziale di Tirreno power era di una uscita graduale dal carbone attraverso l'investimento su un solo solo Gruppo che permetteva di abbassare notevolmente le emissioni".

"Abbiamo verificato anche se c'è una alternativa al carbone e dobbiamo sottolineare che:

  • Tirreno Power esiste grazie alla ristrutturazione del debito con le banche se no sarebbe fallita, debito di 1 MLD di euro .
  • Non vogliamo cambiare la nostra vocazione industriale
  • Il piano di industrializzazione non è il classico piano ma mezzo in sostituzione agli ammortizzatori sociali.

Oggi su 385 unità presenti nella Società, senza carbone 188 unità in esubero, non esistono ammortizzatori sociali che possono attutire tali esuberi, in quanto sono anche cambiati nella loro fruizione. Oggi non riusciamo più a gestire come in passato le eccedenze, accompagnandoli alla pensione, dobbiamo verificare se riusciamo a trovare un lavoro alle persone che perderanno il posto di lavoro. Abbiamo dato incarico a una Società specializzata, la Vertus, di verificare se ci sono nuovi progetti industriali che possano assorbire i lavoratori in eccedenza. Il giorno 27 giugno Tirreno power sarà all'Unione industriale di Savona per presentare tale progetto di reindustrializzazione".

"Disponibili a chiedere un ulteriore periodo di ammortizzatori sociali, questo perché nel progetto che presenteremo non ci sono gli ammortizzatori sociali, chiediamo una prologa per avere il tempo che le aziende si insedino e assorbiscano i lavoratori con la dovuta formazione. Per noi servirebbero almeno 3 anni per gestire tale processo. La mobilità con i nuovi regimi di legge darebbero meno tutele nel tempo ai lavoratori. Data la complessità del momento, attendiamo l'incontro al MISE il 4 luglio. Tirreno Power rischia di essere la prima Società a licenziare nel settore elettrico. Il piano industriale presentato è davvero scandaloso, speriamo che ci sia un ripensamento dell'Azienda  prima dell'incontro al MISE".

Il 28 giugno è stato confermato lo sciopero di tutta la Società.

Debora Geido