Si chiude l'anno di corso per l'Accademia Musicale Ferrato-Cilea di Savona. Come di consueto gli allievi terranno dei saggi finali, il cui ingresso è libero. Si esibiranno più di 200 allievi.
L'Accademia Musicale di Savona svolge tutte le sue attività grazie al fondamentale sostegno del Comune di Savona, della Fondazione De Mari e dell'Associazione Ferrato. L'Accademia in questi giorni sta incontrando le candidate sindaco (Battaglia e Caprioglio) per capire se si può scongiurare la prossima chiusura (fine giugno) dell'Accademia e, a fine anno, dell'Orchestra Sinfonica di Savona.
Gli ultimi saggi vedono, martedì 14 giugno ore 21,00 lo spostamento all'esterno per la grande festa e il concerto sul Palco del Giardino dei Chinotti delle classi di Musica Leggera.
In ultimo, gran finale mercoledì 15 giugno ore 20.30, nell'Auditorium A. Benedetti Michelangeli, si esibiranno le classi dei docenti: Claudio Gilio (violino e musica d’assieme); Marco Lombardi (laboratorio di composizione); Claudio Merlo (violoncello); Enrico Pesce (pianoforte); Carola Romano (violino) e Chantal Saroldi (canto jazz).
La novità del saggio di composizione inorgoglisce l'Accademia. Da alcuni mesi è infatti entrato a far parte del corpo docente anche Marco Lombardi, savonese oramai noto all'estero, apprezzato compositore e vincitore di premi internazionali. In Accademia si è quindi istituito un laboratorio di composizione con l'intento di favorire ulteriormente la creatività locale, avvicinando i giovani alla composizione e alla esecuzione, in diversi ensemble, della propria musica. Il caso è unico in Italia. Il saggio, all'interno degli altri suddetti, è molto atteso per sentire le 4 nuove composizioni di allievi savonesi. L'intento per il futuro è quello di potenziare il neonato laboratorio, estendendolo anche alla musica leggera e non solo classica, per fare dell'Accademia un centro di composizione. Si intende aprire il laboratorio di composizione anche agli esterni, non solo agli allievi dell'Accademia.
Il linguaggio compositivo di Marco Lombardi muove dalle conquiste del pensiero post seriale (Donatoni, Carter, Ferneyhough, Lachenmann) traendo ulteriore linfa e respiro da un confronto costante e talora spregiudicato con la tradizione occidentale. La domanda ineludibile sulla necessità e il senso del comporre musica è al centro di una ipertestualità onnivora nella quale la musica, per così dire, sembra divorare sé stessa. Spogliata delle caratteristiche utilitaristiche o religiose che hanno caratterizzato la produzione del suono nel corso dei secoli, essa vive in un presente autoreferenziale il cui orizzonte è affollato da mille presenze. Da tale finestra Marco Lombardi lascia entrare gli spunti e l’ispirazione privilegiate per la propria creatività. Le sue opere sono il frutto di una complessa elaborazione, fra casualità e rigida progettazione, incrostate di suoni che affondano le radici in un substrato denso di suoni memorizzati e interiorizzati in un continuo gioco di rimandi tra passato e presente.