Il futuro delle spiagge, ma soprattutto degli stabilimenti balneari. E' stato questo l'argomento al centro dell'incontro pubblico che si è svolto oggi presso i Bagni Sirena a Savona, al quale hanno preso parte il Ministro per gli Affari Regionali On.le Enrico Costa (NCD), il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, l'Europarlamentare On.le Alberto Cirio (FI) e il Presidente della commissione Regionale Ambiente e Territorio Andrea Costa (NCD), alla presenza dei candidati della lista Con Ilaria Caprioglio Vince Savona.
“Dal Governo”, ha commentato il Ministro per gli Affari Regionali e Autonomie Enrico Costa, “arriveranno dei principi essenziali e fondamentali. Io sono convinto che la materia vada affrontata puntando su delle linee guida, cercando soprattutto di garantire e tenere conto dei grandi sforzi posti in essere nel corso degli anni da parte dei balneari e delle loro famiglie”.
“Sono persone”, continua l’esponente del Governo Renzi, “che hanno dedicato un’intera esistenza e i loro sforzi perché lo Stato ha dato loro un’ampia prospettiva. Non si può tirare una riga sul loro impegno, ci dovranno essere delle norme e dei percorsi equilibrati, seguendo le indicazioni dell’Unione Europea. L’obiettivo è salvaguardare questa esperienza, soprattutto il valore delle imprese che sono state messe su nel corso del tempo”.
“Non sarà semplice garantire questo equilibrio, ma il nostro obiettivo è andare in questa direzione”, ha concluso Costa.
“Le difficoltà che vivono gli stabilimenti balneari sono quelle di ogni azienda”, ha commentato l’europarlamentare Alberto Cirio, che ha proseguito:”Oggi per fare impresa in Italia ci vuole coraggio. Viviamo in un paese dove lo Stato anziché essere un alleato è un esattore”.
“I balneari, oltre questo”, ha evidenziato l’esponente di Forza Italia, “ha anche il problema dell’Europa e delle concessioni, ma soprattutto patisce la mancanza di una legge nazionale che possa disciplinare questo problema della Bolkestein”.
“Noi”, continua Cirio, “a livello europeo abbiamo assunto una posizione: è giusto fare le gare, ma si facciano per quelle libere. Per realtà private come queste, dove i titolari hanno fatto sacrifici e investito denaro loro per creare flussi turistici, ci deve essere un congruo periodo di transizione che deve essere almeno di 25, 30 anni. Questa è l’unica strada che pensiamo sia corretta, per salvaguardare l’accessibilità a tutti della spiaggia. Dall’altra parte ancor più di salvaguardare i posti di lavoro”. “Se un domani noi facciamo chiudere queste imprese, qui ci vengono le multinazionali, le cooperative, quelle che aziende non sono. Se gli stabilimenti funzionano, vuol dire che fanno girare anche l’economica che hanno intorno, quindi difendiamo i balneari italiani e le piccole aziende. Proroga per le spiagge in concessione di almeno 25, 30 anni”.