Savona - 25 maggio 2016, 17:00

Handiplages, lezione francese: il mare di tutti

Qualcosa va avanti in campo di accessibilità delle spiagge. Perché il perno dell'economia ligure non è solo la bellezza territoriale, ma anche la sua fruibilità. Nessuno escluso. E' lodevole che ci siano opere di miglioramento sugli arenili per consentire a coloro che hanno disabilità motorie di conquistare la soglia del mare. E' degno di nota che un fondo di 50 mila euro stia passando dalla Regione a 8 Comuni proprio per questo: a Sestri Levante, Cogoleto, Chiavari, Cipressa, Cervo, Albenga, Moneglia e Vallecrosia. 

Abbattere gli ostacoli che si frappongono tra l'handicap e il blu è un dovere morale delle politiche turistiche. Specialmente per la Liguria, un regione che fra l'altro ha tutto da guadagnare nel connubbio di vacanza e salute. In provincia di Savona ci sono 19 tra spiagge libere e stabilimenti attrezzati per l'accesso dei disabili. Tutto fa sperare che il numero, di anno in anno, possa salire. L'assessorato al turismo guidato da Berrino ha assicurato che ci sono programmi per potenziare il turismo accessibile. 

Era interessante l'idea della "Bandiera Lilla", un riconoscimento ai Comuni con impianti balneari utilizzabili da persone con disabilità motorie, visive, auditive e patologie alimentari. Non so se l'iniziativa, partita da Savona, è ancora attiva. La situazione savonese presenta esempi più o meno virtuosi, ma in ogni caso - in Italia - l'abbattimento delle barriere è un obbligo di legge. 

Come spesso accade, ci tocca imparare dalla Costa Azzurra dove le handiplages sono da tempo una bella realtà. Non è soltanto un modo per permettere la tintarella o il bagno a chi ha problemi di mobilità, oppure la semplice eliminazione di barriere. E' anche una piccola rivoluzione culturale, che (ri)converte il concetto di spiaggia in bene comune, responsabilità e piacere di tutti. 

Felix Lammardo