La polizia locale torna in piazza lunedì 9 maggio, su iniziativa di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl, per protesta davanti a tutte le prefetture italiane, comprese quelle di Perugia e Terni, per chiedere al Governo il rinnovo del contratto di lavoro, assunzioni, riorganizzazione, riconoscimento del ruolo, superamento delle discriminazioni nel trattamento giuridico, economico e previdenziale rispetto alle altre forze di polizia
La Polizia locale scende in piazza a protestare. La Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl hanno infatti organizzato questa mattina davanti a tutte le Prefetture italiane, compresa quella di Savona, una mobilitazione per chiedere il rinnovo del contratto di lavoro, il riconoscimento del ruolo, , eliminando soprattutto le disparità e le discriminazioni esistenti, in termini di diritti e tutele, rispetto alle altre forze di polizia.
“Ormai da anni” spiegano i sindacati, “la Polizia Locale viene impiegata in compiti che poco hanno a che fare con i propri compiti d’istituto, svolgendo spesso nei fatti attività di pubblica sicurezza e di ordine pubblico nonché di contrasto alla microcriminalità”. “Da tempo”, continuano le organizzazioni sindacali, abbiamo posto all’attenzione della politica, l’esigenza di riconoscere finalmente il ruolo, le funzioni e la storia della polizia locale, eliminando soprattutto le disparità e le discriminazioni, in termini di diritti e tutele, esistenti rispetto agli altri lavoratori del Comparto Sicurezza”.
“Diventa quindi fondamentale”, evidenziano Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl,” affrontare le questioni legate al riconoscimento della specificità professionale, all’equiparazione ai fini previdenziali ed assistenziali tra le forze di polizia, ai riconoscimenti delle tutele e dei diritti, a partire dal ripristino dell’equo indennizzo e della causa di servizio. Preoccupa che si discuta di una riforma sulla sicurezza urbana prevedendo un cambiamento delle funzioni in assoluta assenza di un confronto con le Organizzazioni sindacali, ma soprattutto senza prevedere un miglioramento delle condizioni del personale. A fronte di un Governo sordo alle nostre richieste ma sempre pronto ad attribuire nuove competenze senza prevedere alcun tipo di riconoscimento”.