Politica - 27 marzo 2016, 09:00

Variante al progetto della Piattaforma di Vado fa insorgere "Vivere Vado"

"Non ci sono i soldi per la diga, per il casello, per il trasferimento delle persone, si è ridotto il mercato per i contenitori?Ma allora cosa la facciamo a fare? Solo per continuare a dare soldi a chi la costruisce?"

"L’annuncio che l’Autorità Portuale vuole costruire la piattaforma tutta su terrapieno anziché su pali perché mancano i soldi per la diga foranea, deve portare a ridiscutere della stessa fattibilità dell’iniziativa"Tuona il gruppo "Vivere Vado.

Continua il gruppo "Non ci sono i soldi per la diga, per il casello, per il trasferimento delle persone, si è ridotto il mercato per i contenitori (Voltri, La Spezia e Bettolo si sono adeguate alle grandi navi) e si pensa di spostare ancora nel tempo la conclusione dei lavori. Ma allora cosa la facciamo a fare? Solo per continuare a dare soldi a chi la costruisce? Ricordiamoci che alla gara partecipò un solo concorrente, con tutte le perplessità che ciò comporta".

Contestazioni sul progetto spiegate da Vivere Vado "Ci vengono a dire che con il terrapieno l’acqua circolerebbe meglio ma basta leggere il progetto di variante del 2015 (in corso di attuazione) in cui si era allungato di 50 metri il tratto di terrapieno e si legge che la circolazione dell’acqua vicino a riva è già impedita dal terrapieno attuale. Ma allora, se il terrapieno si prolunga a 700 metri cosa resterà della circolazione dell’acqua?"

L'ombra di conflitti di interessi inoltre secondo il Gruppo incombono sui pareri "Ci danno un parere tecnico della Technital; ma è un’azienda in conflitto di interessi: fa parte dell’associazione con Fincosit e APM. I suoi pareri tecnici non sono credibili e sono contradittori. Non possono pensare che, perché sono tecnici, dobbiamo berci tutte le forzature che ci propinano."

Continuano "Prima di andare avanti ci vuole una approfondita presentazione della variante, un confronto con tecnici veramente terzi e una esplicitazione delle garanzie promesse (occupazione, traffici, qualità dell’acqua) con adeguate fidejussioni. Ma se i tanti soldi che mancano non ci sono, fermiamoci. Quanto costruito si può utilizzare benissimo e quello che avanza, pagata un minimo di penale, può servire per altri investimenti portuali che siano anche utili, fattibili e con creazione di posti di lavoro e senza danneggiare il territorio (es. spedizioni di moduli prefabbricati di grandi dimensioni come quelli che vuole fare la Remacut)."

Ecco dunque le richieste al sindaco Monica Giuliano:

Il Sindaco dice che vuole pareri tecnici, abdicando al proprio ruolo. Troverà anche qualcuno, nella cerchia PD, pronto a sostenere che il terrapieno è meglio di un impalcato, tesi esattamente opposta a quella degli ex sindaci PD (e dei loro assessori) e dell’Autorità portuale prima di Miazza, che hanno speso fiumi di parole per convincerci che l’impalcato rappresentava la prima garanzia di sostenibilità dell’opera.

Il Sindaco si deve ricordare che non è Sindaco per fare gli interessi dell’impresa che costruisce la piattaforma ma che deve tutelare la collettività non arretrando rispetto al poco che la collettività vadese aveva ottenuto per questo mostro.

Il Sindaco si dovrebbe ricordare che nel suo programma elettorale aveva scritto:

Senza queste garanzie il progetto Piattaforma non ha le caratteristiche individuate

nell’accordo di programma 2008 e pertanto non potrà essere supportato e sostenuto

dall’amministrazione.

Fermiamoci e vediamo se vale la pena per andare avanti e se abbiamo i soldi per farlo. Se non ci sono fermiamoci e confrontiamoci alla ricerca del meglio per la città.

rg