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Attualità | 24 marzo 2016, 10:45

Bando per il Museo Archeologico di Savona, il TAR sospende gli atti del Comune

Il 18 febbraio scorso il Tribunale Amministrativo Regionale ha emesso un’ordinanza di “sospensione dell’esecuzione del provvedimento di aggiudicazione definitiva” dop il ricordo presentato dall’Istituto di studi Liguri

Bando per il Museo Archeologico di Savona, il TAR sospende gli atti del Comune

Svolta decisiva sulla vicenda legata alla gestione del bando e all’assegnazione del Museo Archeologico Museo Archeologico del Priamàr: dopo il ricorso al TAR presentato dall’Istituto di studi Liguri, il 18 febbraio scorso il Tribunale Amministrativo Regionale ha emesso un’ordinanza di “sospensione dell’esecuzione del provvedimento di aggiudicazione definitiva” dell’affidamento della gestione per due anni del Civico Museo Archeologico al “raggruppamento aggiudicatario” delle due cooperative “Archeologica” (di Firenze) e “A.R.C.A.” (di Albisola-Vado Ligure), proclamato il 23 dicembre scorso dalla Dirigente del Settore Cultura del Comune di Savona, architetto Marta Sperati. A rivelarlo il notiziario dell’associazione culturale A Campanassa appena pubblicato.

Il ricorso al TAR era stato presentato il 21 gennaio scorso dall’Istituto Internazionale di Studi Liguri (leggi qui), che nel 1990 aveva creato il Museo Archeologico e da allora lo ha gestito ininterrottamente e ampliato anno dopo anno, con i reperti provenienti dalle 58 campagne di scavi archeologici condotti dal 1956 ad oggi dallo stesso Istituto di Studi Liguri sul Priamàr e in altri luoghi della città. L’Istituto Internazionale di Studi Liguri (IISL) aveva partecipato alla gara comunale del 2015, presentando un’ “offerta economica” più vantaggiosa per il Comune, che aveva però attribuito un punto in più alle Cooperative “Archeologia” e “A.R.C.A.” per l’“offerta tecnica”.

Infatti nel ricorso depositato dall’Istituto di studi Liguri, lo studio Acquarone di Genova dimostra che la Cooperativa Archeologia, che si è aggiudicata insieme ad Arca la gestione della struttura, non avrebbe potuto partecipare alla gara per violazioni della normativa in materia di sicurezza. La legale rappresentante di Archeologia infatti, era stata condannata per omicidio colposo e il codice degli appalti (dl163/2006), all’articolo 38, afferma che “sono esclusi dalla partecipazione alle procedure di gara coloro che hanno commesso gravi infrazioni debitamente accertate in materia di sicurezza”.

Debora Geido

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