Un’atmosfera particolare avvolge Savona durante la tradizionale Processione del Venerdì Santo: storia, arte e devozione popolare si intrecciano in un evento di fede ancorato nella cultura savonese. Come ogni biennio si svolge la Processione delle preziose casse e questo anno cade in concomitanza con l’Anno Santo indetto da papa Francesco. Domani, 25 marzo, la partenza sarà dal Duomo alle ore 20.30, a seguire il seguente percorso: piazza Duomo, via Caboto, piazza Cavallotti, via Gramsci, piazza Leon Pancaldo, via Paleocopa, piazza Mameli, via Nazario Sauro, largo Vegerio, via Paolo Boselli, piazza Mameli, via Montenotte, via Astengo, piazza Sisto IV. Una volta giunte le casse in piazza Sisto IV, si potrà ascoltare in sottofondo la voce di don Giovanni Margara che le descriverà e farà un breve commento. Al termine il vescovo monsignor Vittorio Lupi impartirà da balcone del palazzo del Comune la benedizione, con lui il sindaco e il priore generale che quest’anno sarà Renato Italo de Feo della confraternita dei santi Agostino e Monica.
Come da tradizione anche quest’anno verrà proposta ai portatori una raccolta di denaro che quest’anno sarà in parte devoluta al “Cav”- Centro aiuto alla Vita di Savona e in parte al vescovo di Savona-Noli Vittorio Lupi che a sua volta la devolverà a opere di solidarietà in Terra Santa tramite i frati franscescani.
Inoltre, proprio in occasione del Giubileo, la grande novità di quest’anno è l’annullo filatelico dedicato alla Processione sul quale è riportata la “cassa” dell’Incoronazione di spine della confraternita dei santi Agostino e Monica. Ideatore dell’iniziativa, assolutamente inedita per questo evento, è il priore generale Renato Italo de Feo, che ha chiesto e ottenuto la disponibilità di Poste Italiane. Il 25 marzo, Venerdì santo, dalle 14 alle 20 sarà allestito un gazebo di Poste Italiane, presso il complesso di Palazzo Santa Chiara, lato piazza Duomo, dove si potranno acquistare le cartoline con lo speciale annullo.
ARTE E STORIA DELLA PROCESSIONE
Le casse processionali sono veri e propri capolavori in legno eseguite da scultori di rilievo tra cui il Maragliano, il Martinengo, il Murialdo, il Brilla, la Cuneo. Il lento incedere delle casse attraverso le vie di Savona sarà accompagnato dai rintocchi della campana della torre del Brandale, la Campanassa. Invece la Processione del Venerdì Santo sarà aperta dai tamburini listati a lutto dai torcioni portati da confratelli che indossano cappa bianca con i nastri gialli del priorato generale delle confraternite del centro. A seguire gli incappucciati che ricordano gli antichi flagellanti e la Croce di Passione, grande croce in legno nero sulla quale sono posti i simboli (anch’essi di legno dipinto) della Passione di Nostro Signore, e appartiene alla confraternita che comanda la Processione. Dopo le casse lignee, chiudono la Processione i confratelli, il clero con il vescovo, i priori delle confraternite con al centro il priore generale, i turiboli, l’Arca della Santa Croce che contiene la Reliquia della Santa Croce, frammento della Croce del Calvario. L’arca è sormontata dal baldacchino e attorniata dai lampioni. Chiudono il corteo il sindaco della città di Savona, le altre autorità civili e le autorità militari.
Il complesso dei mottetti, ovvero il coro di voci maschili e femminili, voci bianche, accompagnati dal gruppo bandistico Forzano di Savona sarà posizionato tra le casse di testa della processione. Quando questa arriverà in piazza Mameli, il gruppo si fermerà, mentre la processione proseguirà il suo percorso in via Nazario Sauro. Verranno eseguiti in piazza i Mottetti: ossia Jesus, Crocem tuam, Seavo dolorum turbine, canti appositamente scritti nell’Ottocento per la processione del Venerdì Santo. Il coro, si riunirà alla Processione quando questa ripasserà dalla parte opposta della piazza, per proseguire in via Montenotte (vedi sezione dedicata alla musica).
La manifestazione è organizzata dal Priorato generale delle confraternite di Savona centro, ovvero dalle sei confraternite – Nostra Signora di Castello, Cristo Risorto, Santi Pietro e Caterina, Santi Agostino e Monica, SS. Trinità, Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla – già esistenti nel trecento sul promontorio del Priamar e proprietarie delle 15 casse lignee. Quest’anno il turno di Priorato Generale spetta alla Confraternita dei santi Agostino e Monica (cappa bianca con nastri verdi) che ha la sua sede nella chiesa di santa Lucia. L’evento è realizzato con la collaborazione di Diocesi di Savona-Noli, Comune di Savona, Fondazione De Mari, Autorità Portuale, Cooperativa Bazzino e col patrocinio di Regione Liguria e Provincia di Savona. Nella seconda metà del Duecento, a seguito dell'attività predicatrice dei Padri francescani nacquero alcuni gruppi laici che si diedero il nome di Confraternite: a Savona si concentrarono sulla rocca del Priamar, nella cosiddetta “contrada Batutorum” (dei battuti) dedicandosi appunto alla pratica della “disciplina” (la pubblica flagellazione per penitenza) nonché ad opere di assistenza e carità. La pratica religiosa raggiunse presto nel Venerdì Santo il momento più sentito e partecipato. La Passione e Morte di Gesù veniva celebrata per le vie della città antica (allora situata ancora sul promontorio del Priamar) con flagellazioni accompagnate da laudi e con rappresentazioni sceniche desunte dalla Lettura; era una processione “privata” tutta delle Confraternite che la organizzavano come meglio ritenevano opportuno. Potevano effettuarla tutte le confraternite unite assieme, oppure legate in alleanze, in ore e giorni diversi.
In processione si portava il Crocifisso, la reliquia della Santa Croce, si praticava la flagellazione e talvolta gli stessi confratelli rappresentavano drammaticamente la passione del Redentore. A partire dal 1600, dopo il Concilio di Trento, gruppi lignei sostituirono le “sceneggiate”, ritenute dalla Gerarchia ecclesiastica 'non decorose' e si cercò di regolare i rapporti tra le varie confraternite e le parrocchie. Anche in questo periodo, tuttavia, non vi era collaborazione diretta fra tutte le confraternite cittadine, ridotte dalla discesa dal Priamàr al numero odierno di sei dalle 10-12 originarie: si tenevano infatti diverse processioni promosse da una o più confraternite alleate.