Nel nostro Paese la cessione d’impresa o di attività è favorita solo nel caso di successione o donazione, altrimenti è molto onerosa. Lo dimostra la simulazione, effettuata dall’Osservatorio CNA, su un’impresa campione, che prevede un corrispettivo di vendita pari a un milione, 600mila euro di valore dell’immobile che ospita il laboratorio, plusvalenze per 180mila euro e passività per 80mila.
Che cosa succede se l’impresa è donata a un figlio o al coniuge: Se l’impresa è ceduta a un figlio o al coniuge, la successione è equiparata alla donazione: in entrambi i casi il fisco è neutrale. A patto che l’attività d’impresa prosegua perlomeno per cinque anni, il titolare dell’impresa non paga nessuna imposta, chi subentra si limita a versare imposte di registro e di bollo: 500 euro in tutto.Dal punto di vista amministrativo, essendo la ditta individuale, il titolare chiude la sua posizione gratuitamente e con una sola operazione, grazie alla Comunicazione Unica.
Che cosa succede oggi se l’impresa è venduta: Ben diversa la situazione nel caso in cui il titolare non voglia e, soprattutto, non possa (a esempio, se non ha figli) donare l’impresa ai familiari più stretti. Se è in possesso dell’attività perlomeno da cinque anni sulla plusvalenza verrà applicata una tassazione separata che si ipotizza al 28 per cento (altrimenti la plusvalenza rientrerebbe nel calcolo dell’imponibile Irpef). La cessione della propria impresa, in questo caso, costa all’imprenditore 50.400 euro. Chi compra, invece, deve pagare, oltre al corrispettivo pattuito, ovviamente, il 9 per cento in imposte indirette sul valore dell’immobile e il 3 per cento sul valore delle altre attività, per un totale di 50.500 euro oltre a cento euro di imposte ipotecarie e catastali.
La proposta CNA: pagare come se fosse un conferimento d’azienda: Nel caso di conferimento d’azienda, la strada indicata dalla CNA per favorire la cessione d’impresa, il venditore non paga nessuna imposta sulla plusvalenza e il compratore paga solo imposte in misura fissa per 600 euro e un’imposta sostitutiva complessiva di 21.600 euro. Poiché la compravendita è legata alla prosecuzione dell’attività, e per evitare speculazioni, la CNA propone di vincolare il passaggio in conferimento d’azienda alla prosecuzione della stessa attività per almeno cinque anni e chiede che venga applicata a chi acquista l’esenzione delle imposte indirette o, in alternativa, una misura fissa agevolata. Le perdite del fisco verrebbero compensate dai nuovi redditi e dalle nuove entrate tributarie garantite dall’attività imprenditoriale, altrimenti destinata nella stragrande maggioranza dei casi a perdersi. E la chiusura di un’impresa è sempre una sconfitta, e una perdita, per tutto il Paese.