E' iniziata da pochi minuti una nuova assemblea dei soci della cooperativa Il Faggio, dopo quella dello scorso 11 gennaio, quando fu approvato il piano "lacrime e sangue" che prevede sacrifici per tutti i lavoratori che hanno aderito a una ricapitalizzazione delle quote societarie e la decurtazione del 3,87% dello stipendio.
Il piano era passato a maggioranza, ma sono 160 i lavoratori che hanno detto no. Questo pomeriggio una delegazione si è incontrata nella sede del sindacato Uil di Imperia dove, sono stati preparati gli interventi da esporre questo pomeriggio all'assemblea dei soci.
"Siamo una rappresentanza di Imperia, provincia della coop Il Faggi dove c'è la prevalenza di no, cioè coloro ce hanno votato no alla ricapitalizzazione. - spiega a Sanremo News la socia Cinzia Guanci - Abbiamo cercato in più di un'occasione di fare degli incontri proprio per spiegare le nostre motivazioni. Noi oggi non crediamo più in questo sistema, questa è la motivazione che ci ha spinto a votare no. Secondo noi i passaggi che sono stati fatti attraverso il cda non sono stati regolari. Non abbiamo chiarezza su quello che è il buco economico che loro hanno definito fino a oggi un disequilibrio finanziario, invece è una vera e propria crisi aziendale che forse oggi ci faranno votare in assemblea, ma ormai sono passati parecchi mesi. Noi siamo stati chiamati a ricapitalizzare attraverso la decurtazione della tredicesima già a giugno quando si parlava di un bilancio in negativo di un milione e mezzo di euro. Tutto doveva essere risanato attraverso la decurtazione della tredicesima, a oggi sia i soci che i dipendenti non hanno percepito né il 30% della tredicesima, né la tredicesima intera. Sulla base di questo dopo sei mesi ci hanno chiamati dicendo di essersi sbagliati, perché il buco è di quattro milioni e mezzo.
Non si sa l'origine, non si sa la natura, né dove sono finiti i soldi. Il nostro capitale sociale già versato da ognuno di noi quando abbiamo deciso di diventare soci è praticamente zero. Sulla base di questo riteniamo che ci siano troppe incongruenze, poca chiarezza, il piano di risanamento non dà nessun tipo di certezza. Nessuno ci ha detto che ricapitalizzando attraverso una cifra che è stata divisa in base ai redditi, sulla decurtazione del 3,87% e tutta una serie di azioni collettive che loro vorrebbero fare, nessuno ci ha garantito né il posto di lavoro, né lo stipendio, che a oggi continuiamo a prendere in modo spezzettato e scaglionato.
Riteniamo che sulla della legge 142, che ultimamente è girata molto all'interno soprattutto della zona savonese dove, addirittura, sulla base di quella si volevano appellare per il nostro licenziamento perché non ricapitalizzando non avevamo diritto a essere soci, riteniamo che sulla base di quella legge loro non ci possono chiedere di rinunciare a questo. Avrebbero dovuto dichiarare uno stato di crisi, fare un accordo sociale, utilizzare i sindacati. Per alcuni c'era stata una buona disponibilità a trovare delle soluzioni alternative per non gravare sui soci. Questo però non è mai stato preso in considerazione. Si è parlato soltanto di soldi. Tutto quello che facciamo è considerato nullo, è zero. Se sulla base della legge 142 loro pensano di poterci licenziare, non siamo più esseri umani. Siamo soltanto '1 euro' e non abbiamo più diritto a nulla".
Nel frattempo, come spiega la sindacalista Milena Speranza, sono già partite le prime settanta vertenze dei lavoratori imperiesi de Il Faggio.
"Come Uil - spiega Milena Speranza - crediamo che al di là di quello che deve essere il ruolo sociale di questi lavoratori, debba esserci il mantenimento dello stato di lavoratore, e quindi la salvaguardia di tutti i loro diritti. Siamo certi che alcune partite che oggi sono state adottate dalla cooperativa Il Faggio non potevano essere in qualche modo portate avanti. La norma contrattuale prevede la salvaguardia anche per i soci lavoratori, di tutte quelle che sono le condizioni normali di un lavoratore. In questo momento i soci lavoratori stanno avendo sulla loro busta paga il 3,8% di trattenuta anche sullo stipendio. La Uil di Imperia ha ritenuto necessario a questo punto aprire delle vertenze. Settanta soci lavoratori hanno già firmato queste vertenze che sono state depositate alla direzione del lavoro, e una parte sono partite anche su Savona, perché anche lì c'è un gruppo di persone che non hanno voluto ricapitalizzare e che comunque non sono d'accordo. Noi ci auguriamo che oggi nessuna assemblea, considerando che ci sono delle vertenze in corso, pensi mai di far votare di nuovo decurtazioni stipendiali o trattenute di tredicesima, anche perché la 142, legge alla quale loro fanno tanto appello, è proprio quella che dice che sulla retribuzione non si possono fare arrangiamenti, se non sulla retribuzione integrativa, cosa che nessun lavoratore de Il Faggio a noi risulti possa avere.
A questo punto noi ci auguriamo che non facciano nessuna delibera o nessuna votazione in merito a queste cose perché lo potremmo anche percepire come un atteggiamento anti sindacale. Abbiamo chiesto un tavolo di confronto, l'avevamo concordato per martedì scorso davanti al Prefetto. Il Faggio ha ritenuto opportuno chiedere uno slittamento richiesto da altre organizzazioni, mentre noi eravamo invece disponibili anche a un confronto, giusto per iniziare, per aprire un tavolo. Non è stata presa in considerazione la disponibilità della Uil. Sappiamo che ieri c'è stato un incontro con le altre organizzazioni e ci siamo subito adoperati per richiedere un tavolo e ci riserveremo di verificare se ci possa essere un comportamento anti sindacale nei nostri confronti".