Attualità - 23 febbraio 2016, 09:15

Clima, falde acquifere prosciugate, innalzamento del cuneo salino, a risentirne le aziende agricole della piana di Albenga

Calleri" il rischio oggettivo è che per ovviare alle difficoltà climatiche vi sia un aumento dei costi di produzione e, conseguentemente, la chiusura della produzione, se va bene, a pareggio”.

Dove è finito l’inverno? I primi a risentire del cambiamento climatico sono le aziende agricole del territorio che si trovano a dover combattere contro la crisi, gli sbalzi nelle temperature, il prosciugarsi delle falde acquifere e l’innalzamento del cuneo salino.

Un inverno poco piovoso ha comportato una grossa difficoltà per le aziende della Piana di Albenga che oltre a dover aumentare l’irrigazione per compensare la mancanza di pioggia hanno avuto difficoltà a causa del prosciugarsi di alcune falde acquifere della zona.

Spiega Gerolamo Calleri presidente di Coldiretti Liguria “Il dramma è che oltre a non aver piovuto, in montagna non ha nevicato e la neve è la risorsa che rimpingua le falde acquifere del territorio. Non solo, infatti conseguentemente si sta anche innalzando il cuneo salino.”

“Il livello del mare si sta alzando e l’acqua salata si insinua nelle falde acquifere che servono per l’irrigazione – spiega Calleri – Per cercare di arginare il problema si dovrebbe innanzitutto puntare sul recupero delle acque dai processi di depurazione e creare dei bacini per il recupero dell’acqua in modo da attingere meno alle falde acquifere e preservarle”.

Altro problema è quello dato dalle temperature “Il clima primaverile ha comportato un fatto in particolare, le piante, sia da frutto che da fiore, hanno iniziato a germogliare. - spiega Calleri cosa che comporta un duplice, se non triplice, problema – Le piante sono in anticipo di circa un mese e quindi in anticipo rispetto al “tempo di mercato”, infatti la richiesta parte a marzo. Inoltre, possono ancora esserci gelate improvvise in questi periodi e queste sono particolarmente dannose per le piante che hanno iniziato a germogliare e, quindi, hanno una parte tenera più esposta ai rischi del maltempo. Infine speriamo che in altre zone sia d’Italia che d’Europa l’inverno sia arrivato, infatti solo così si accresce la necessità di un rinnovo di giardini e aiuole ed anche psicologicamente solo dopo l’inverno le persone hanno la voglia di adornare i propri giardini di fiori e piante dando una spinta al mercato”.

Conclude poi Calleri “La crisi economica generale, inoltre, certo non aiuta e, tutti questi fattori uniti, ci fanno certamente preoccupare, il rischio oggettivo è che per ovviare alle difficoltà climatiche vi sia un aumento dei costi di produzione e, conseguentemente, la chiusura della produzione, se va bene, a pareggio”.

Mara Cacace