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Politica | 11 febbraio 2016, 08:45

Alassio: Galtieri all'attacco "Per i box sotto lo Stadio spero che non si adotti il sistema “ tantalè “

Alassio: Galtieri all'attacco "Per i box sotto lo Stadio spero che non si adotti il sistema “ tantalè “

Angelo Galtieri della lista “Insieme X” all’attacco sulla vicenda relativa allo schema di transazione con la società Sap - Stadio Alassio Parking s.p.a che era tra i punti all’ordine del giorno dello scorso consiglio comunale, ma la cui deliberazione è stata rinviata per permettere un approfondimento ed un’ ulteriore verifica.

Afferma Galtieri “Dobbiamo garantire ai cittadini di Alassio la miglior tutela possibile, al fine di limitare i danni richiesti dalla società SAP .”

“L’ amministrazione fino ad oggi invece di produrre la documentazione adeguata e dare incarico, incarica (probabilmente solo verbalmente) il Dirigente del settore Urbanistico, ing. Paliotto, di trovare la quadratura della vertenza in essere, con uno schema di transazione in cui non sia previsto esborso di liquidità, ma sia prevista una compensazione patrimoniale.”

 

Si chiede però Galtieri “

- Ma erano effettivamente dovuti quei soldi ?

- Chi, come e quando ha deciso che eravamo in torto ?

- Perché non confrontarsi prima in Consiglio se resistere alle richieste di controparte o

  riconoscere i danni ?

- Perché esiste un danno (se esiste) e non esistono responsabilità

  tecniche o politiche ?

 

Queste sono le vere domande a cui vorrei poter dare una risposta chiara, per votare in piena coscienza e con animo sereno, un atto così penalizzante per i cittadini e la Città.”

 

 “Viste le numerose richieste danni e di contenziosi pervenuti negli ultimi giorni, spero che il criterio e il metodo di valutazione futuri non siano più quello sino ad ora adottato, il “ tantalè “, che sempre più contraddistingue l’operato della Giunta  Canepa.”

 

Conclude Galtieri “Azzoppiamo, in modo definitivo, il futuro turistico sportivo della Città, solo per coprire errori, lacune, sviste e incapacità amministrativa di chi invece doveva controllare e soprattutto contestare quanto di illegittimo si stava realizzando.

Peggio ancora sarebbe se questa non fosse la motivazione più plausibile, dovrei pensare allora che la situazione presenta una gravissima sindrome di sudditanza verso l’impresa realizzatrice del progetto, al punto da poter ingenerare la deprecabile sensazione di un interesse privato in atti pubblici.”

 

 

rg

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