Albenganese - 23 gennaio 2016, 19:00

San Francesco di Sales: il vescovo Borghetti ripristina l’incontro annuale con i giornalisti

“Ritengo che la Chiesa non debba essere chiusa in se stessa, non deve essere afona e afasica, ma anzi debba incarnarsi nel tempo in cui si trova”.

 

In occasione della celebrazione del santo patrono dei giornalisti, san Francesco di Sales che ricorre domani 24 gennaio, il Vescovo Coadiutore Borghetti ripristina l’incontro annuale con i giornalisti che, per alcuni anni era stato sospeso. “Ritengo che la Chiesa non debba essere chiusa in se stessa, non deve essere afona e afasica, ma anzi debba incarnarsi nel tempo in cui si trova”.

Un messaggio forte lanciato dal Vescovo che sottolinea un cambiamento che in molte occasioni si è già avuto modo di verificare in occasioni di decisioni forti e prese di posizione che, forse, non sempre sono state ben accettate almeno da una parte del clero, quello più tradizionalista.

La Chiesa deve essere accogliente e deve sapersi rivolgere alle persone parlando nel modo più consono a farsi comprendere. È  possibile che nella Chiesa ci sia qualcuno che fa più  fatica a stare al passo”.

Sottolinea, dunque il Vescovo Borghetti una visione più moderna della Chiesa, in linea con quanto predicato da Papa Francesco che, però, forse non è sempre ben accolto almeno da una parte dei sacerdoti, in questo, probabilmente, più vicini a Mons. Oliveri.

Costante nel dialogo con i giornalisti i riferimenti all’episodio accaduto ieri ad Arnasco durante i funerali di due delle vittime del crollo della palazzina di tre piani durante i quali Don Chizzolini non ha benedetto, ne’ nominato Aicha, che aveva intrapreso un personale percorso di conversione durante la propria vita, come dimostra la sua vicinanza alla figura di Maria e i pellegrinaggi a Lourdes e che avrebbe voluto certamente rimanere al fianco del marito sia durante la celebrazione funebre che per la sepoltura.

Proprio queste considerazioni hanno portato il Vescovo Borghetti a dare il proprio nulla osta alla celebrazione e a benedire lui stesso tutte le salme delle vittime dimostrando, ancora una volta, come la religione e la Chiasa cattolica vogliano essere accoglienti e non discriminanti.

“Sono profondamente ferito perché con il suo gesto ha vanificato un messaggio importante, è come se su un lenzuolo bianco ci fosse una macchia nera tale da far vedere nero tutto il lenzuolo”.

Precisa però Borghetti “In merito a ieri non credo che il gesto del parroco abbia voluto essere una presa di posizione contro le mie indicazioni per affermare o evidenziare una distanza, ma certamente lunedì avrò modo ci chiedere le dovute spiegazioni”

Mara Cacace