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Savona | 20 gennaio 2016, 17:00

Verità senza nome sotto le macerie

Verità senza nome sotto le macerie

La verità sul disastro di Arnasco rimarrà sotto le macerie. Come spesso accade in queste tragedie che travolgono le vite nello spazio di una vampata, di un boato, di un crollo, l'identificazione delle vittime è delicata e laboriosa. Neanche il riconoscimento delle impronte digitali è possibile, a volte, nella mole di detriti e per la portata di una fiammata innescata dal gas. La donna domenicana ricoverata gravissima a Villa Scassi, per ora superstite, è irriconoscibile: soltanto una foto potrebbe confermarne precisamente il nome, che i carabinieri presumono sia Vargas Rivera Nurys Alatagracia. 

E' agghiacciante come l'esplosione di pochi attimi riesca a cancellare tante vite. Poco importa se le indagini dei vigili del fuoco e degli investigatori proveranno la presenza di altre bombole nella palazzina, oltre al serbatoio GPL che alimentava il riscaldamento dal lato dell'edificio. La mano che ha azionato l'interruttore della luce, in una stanza satura di gas, resterà ignota. Nel cuore della notte, dopo le 3, rincasando in compagnia, qualcuno probabilmente pensava di rifugiarsi al calduccio. Com'è naturale. Senza immaginare le conseguenze di un singolo, minimo gesto delle dita. 

Se la donna sudamericana riuscirà a parlare, recuperando forza in un quadro davvero drammatico (ustioni di terzo grado sull'80% del corpo), si potrà conoscere qualcosa in più della dinamica che ha preceduto la deflagrazione. Però nulla che potrà alleviare il dolore: sarà soltanto materia per qualche temporanea recriminazione. 

Felix Lammardo

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