Crisi dell'edilizia a Savona: occorrono provvedimenti forti per una ripresa

I dati che annualmente rende pubblici la Cassa Edile di Savona confermano la grave situazione che investe l’edilizia della nostra provincia  che nel corso degli ultimi 7 anni ha portato al dimezzamento del numero delle imprese e dei posti di lavoro del settore. 

            Senza una ripresa del  comparto delle costruzioni non c’è speranza di rilancio per l’economia provinciale. Per questo alle misure previste dall’adozione del Piano Casa se ne devono accompagnare altre che incentivino oltre agli incrementi di cubatura sul già costruito, interventi di abbattimento degli oneri di costruzione così da rendere sostenibili economicamente gli interventi di recupero e ristrutturazione  degli edifici.

            Occorre dare attuazione, come chiesto dalla  Cna, ad una modifica dei valori posti a base della Tariffa Urbanistica relativa agli oneri che i comuni sono tenuti a chiedere in base alla legge che determina i contributi per le concessioni edilizie. Valori che  sono fermi al 1995 e di fatto,  con la  crisi del mattone, scoraggiano privati ed imprese ad intervenire per gli alti costi da sostenere.

            Già con la prevista adozione del “Piano Crescita” Cna chiede alla Regione Liguria di rivedere la normativa regionale relativa agli oneri abbassando in modo significativo le tariffe in modo da non vanificare quelle che sono le speranze e occasioni di ripresa che le nuove norme vogliono favorire.

            A livello Nazionale, inoltre,  CNA/COSTRUZIONI chiede l’abolizione dello split payement,  meccanismo che drena risorse dovute alle imprese  dei pagamenti  dell’Iva a favore dello Stato, che sta mettendo in preoccupanti difficoltà finanziarie le imprese del settore costruzioni operanti con la Pubblica amministrazione, già pesantemente colpite dalla crisi, con ripercussioni evidenti sul piano della sopravvivenza di migliaia di imprese e sul piano occupazionale.