Attualità - 15 novembre 2015, 01:32

Albenga: ecco come sarà il grigliatore di regione Antognano

"Noi chiediamo a gran voce alla Provincia la revoca e il blocco della fase progettuale e dell’iter amministrativo, chiediamo, inoltre, le dimissioni dei delegati nel Comune di Albenga all’ambiente, ai lavori pubblici, all’agricoltura e all’Urbanistica e stiamo valutando la possibilità di effettuare un esposto in Procura”

Fotomontaggio realistico

Spesso le immagini parlano più delle parole ed allora, se non è del tutto chiaro cosa potrebbe essere della regione Antognano - sul ciglio di viale Che Guevara - una volta realizzato il grigliatore, ecco che con un fotomontaggio realizzato accuratamente e rispettando le proporzioni e le dimensioni reali, si rende inequivocabile ciò di cui si sta parlando.

“Un vero e proprio ecomostro” affermano il presidente del comitato di San Giorgio Francesco Ferrando ed il suo predecessore Giorgio Moreno,  che sorgerà in una delle zone meno edificate della Liguria e a pochi metri dal mare, quindi in un’area sottoposta a vincolo.

 “In questa zona, da sempre sottoposta a vincolo, sorgerà questo immenso parallelepipedo che, non solo creerà un impatto ambientale devastante, ma anche un danno paesaggistico e alle falde acquifere - il cuneo salino si sposterà sempre più a monte. Non è tutto, infatti, diverse saranno le problematiche di realizzazione anche nel centro cittadino dove dovranno passare le tubazioni”.

La Provincia ha già realizzato il progetto preliminare,e se inizialmente per collegarsi al depuratore di Borghetto sembrava fosse possibile evitare la realizzazione del grigliatore (vasca di raccolta fognaria dove il materiale solido viene sminuzzato), questo è stato, invece, previsto, insomma, un parallelepipedo lungo 76 metri, largo 36 ed alto 7, mentre 5 metri saranno interrati.

Entrando nel dettaglio ci facciamo spiegare meglio le conseguenze della realizzazione di tale struttura proprio dai rappresentanti del Comitato:

-          Danno paesaggistico: in quella che è la zona meno edificata sorgerà una struttura di enormi dimensioni, proprio a due passi dal mare e oltre il livello della ferrovia.

-          Danno ambientale : non solo dato dall’odore che ci sarà in quella zona, ma anche relativo ai rischi di esondazione. Si tratta di uno dei punti più bassi della piana e proprio nel centro della stessa, durante le alluvioni passate (ultima quella del 2014) la zona è stata  sommersa dall’acqua e, in caso di mareggiata, anche il mare invade i terreni rischiando, dunque, di generare  una contaminazione con il materiale in raccolta del grigliatore

-          Danno anche alle risorse acquifere: se Albenga è, nel comprensorio, la città più ricca d’acqua, convogliando tutte le acque nere, e in molti casi anche quelle bianche dato che nella Città delle Torri spesso confluiscono, nel grigliatore e poi verso il depuratore a Borghetto dove verrà re immessa depurata nelle falde acquifere, Albenga perderà la sua acqua, infatti, come detto, questa verrà immessa nelle falde di Borghetto e non in quelle di provenienza che alla lunga rischiano di diminuire considerevolmente

Problemi anche nella realizzazione  della struttura “La falda acquifera è molto bassa in questa zona data anche la vicinanza al mare, lo abbiamo appurato quando è stata realizzata una stazione di sollevamento cercando, attraverso un sistema di protezione in ferro, di proteggerla da cedimenti, ma la forza dell’acqua ha portato dei problemi. Così accadrà anche, ed anzi a maggior ragione, per la realizzazione del Grigliatore”

“Dove sono i consiglieri di minoranza su questo tema? Dove sono il WWF, i verdi o le associazioni di categoria? Dov’è il comune di Ceriale del quale useremo le tubazioni che erano state progettate per il ritorno delle acque depurate? Perché nessuno dice nulla su questo argomento? Noi chiediamo a gran voce alla Provincia la revoca e il blocco della fase progettuale e dell’iter amministrativo, chiediamo, inoltre, le dimissioni dei delegati nel Comune di Albenga all’ambiente, ai lavori pubblici, all’agricoltura e  all’Urbanistica e stiamo valutando la possibilità di effettuare un esposto in Procura”.

Continuano “Capiamo la fretta di fermare le sanzioni Europee derivanti dalla mancata depurazione che ora sono in capo alla Regione e che dal primo gennaio saranno a carico dell’Ato, ma un progetto di questo genere non è il modo giusto di risolvere il problema depurazione”.

Ma non è tutto, infatti, affermano “I proprietari dei terreni sui quali sorgerà questo ecomostro non sono ancora stati informati, non sono state adempiute le operazioni preliminari di informazione e consultazione prima degli espropri, se poi il progetto dovesse essere modificato in corso d’opera cosa potrebbe accadere? Che gli altri partecipanti al bando potrebbero decidere di fare ricorso e si bloccherebbero i lavori. Saremmo così di fronte all’ennesima incompiuta senza risolvere il problema, ma solo con una spesa economica consistente che nel frattempo si sarà sostenuta”

Mara Cacace