Questa mattina il Comitato INPS Provinciale ha analizzato il terzo report trimestrale sull’utilizzo degli ammortizzatori sociali dal quale emergono dati interessanti nonostante si confermi la difficoltà ad individuare indicatori validi ed univoci per una lettura facile e realistica del mercato del lavoro locale. Il metodo di analisi utilizzato è sempre quello approvato dal Comitato – spiega il Presidente del Comitato Simone PESCE – che consiste nel mettere a confronto i dati relativi al trimestre dell’anno in corso con quello precedente nonché le risultanze degli ultimi tre mesi con quelle delle tre mensilità antecedenti.
Nel caso del trimestre luglio-settembre 2015 emerge un aumento dell’utilizzo della cassa integrazione totale +49,21% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+65,68% cassa ordinaria, -83,74% cassa straordinaria, -91,54% cassa in deroga) mentre si registra una diminuzione rispetto alle tre mensilità antecedenti -33,06% (-6,32% cassa ordinaria, -58,03% cassa straordinaria, -91,48% cassa in deroga).
Per quanto concerne la mobilità il confronto evidenzia una diminuzione del -30,16% rispetto all’anno precedente ed una pari al -6,38% rispetto al trimestre antecedente. I sussidi di disoccupazione, anche a seguito dell’entrata in vigore della nuova assicurazione NASPI (2.069 istanze nel trimestre), rilevano una diminuzione complessiva del -36,67 dei trattamenti rispetto allo stesso trimestre del 2014 ed una pari al -86,68% rispetto al trimestre precedente: occorrerà, però, aspettare i dati relativi ai prossimi trimestri per avere informazioni più chiare e, soprattutto, indicazioni circa l’efficacia del nuovo strumento.
Nel panorama sopra descritto attraverso l’analisi degli ammortizzatori sociali, gli iscritti ai Centri per l’Impiego risalgono a quasi 30.000 nel mese di settembre e le imprese attive registrano una lieve diminuzione sia nel confronto stesso trimestre anno precedente (-1,16%) sia in quello con il trimestre antecedente (-0,20%).
Gli indicatori, pertanto, ci consegnano una fotografia di una provincia non ancora uscita dalla crisi, impegnata nella gestione dei postumi delle grandi crisi aziendali e che necessita, obbligatoriamente e tempestivamente, di politiche di sviluppo e di sostegno a nuovi investimenti sul territorio.
Il Comitato Provinciale ha, inoltre, analizzato i dati relativi alle pensioni vigenti che attualmente ammontano a circa 117.300 di cui circa 100.900 riconducibili alla gestione INPS (dipendenti, lavoratori autonomi, fondi, prestazioni assistenziali (invalidi civili e pensioni/assegni sociali), fondi, gestione separata), circa 16.100 alla gestione ex Inpdap (lavoratori pubblici), circa 300 alla gestione ex Enpals (lavoratori dello spettacolo). Delle circa 100.900 pensioni della gestione INPS circa 20.000 risultano integrate (circa il 20% del totale). L’assegno mensile del 25% delle pensioni risulta inferiore a € 500,00, il 44% si attesta tra € 500,00 ed € 1.000,00, il 13% tra € 1.000,00 ed € 1.500,00, il 10% tra € 1.500,00 ed € 2.000,00, il 4% tra € 2.000,00 e € 2.500,00, il 2% tra € 2.500,00 e € 3.000,00, l’1% tra € 3.000,00 ed € 3.500,00, lo 0,50% tra € 3.500,00 ed € 4.500,00, lo 0,50 oltre i 4.500,00. Il 70% degli assegni pensionistici non supera i 1.000,00 euro al mese e l’83% i 1.500,00. Delle pensioni da lavoro 74.126 sono calcolate con il sistema Retributivo, 6.485 con il sistema Misto e 2.040 con quello Contributivo puro.
I dati pensionistici richiamano la necessità di intervenire a livello nazionale sugli adeguamenti dei trattamenti (ad esempio con l’applicazione integrale della sentenza sulla perequazione delle pensioni) e su un nuovo intervento complessivo sul sistema pensionistico (che preveda flessibilità in uscita per creare posti di lavoro, una diversa forbice redistributiva e la valorizzazione della previdenza complementare) mentre, a livello locale, sul sistema economico attraverso l’adozione di politiche di sostegno agli investimenti e la realizzazione in tempi rapidi delle opere e dei progetti già licenziati ed avviati. Occorre creare occupazione stabile e di buona qualità attraverso il rafforzamento delle attività esistenti, l’individuazione di nuovi insediamenti e la destagionalizzazione delle attività in alcuni settori.
Solo attraverso una seria rivisitazione del sistema pensionistico ed un rafforzamento del tessuto economico-produttivo locale si potrà evitare il graduale e continuo impoverimento di quello sociale nella nostra provincia.
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