Val Bormida - 23 ottobre 2015, 15:30

Telecom Italia, P.C.L.:"Accordo separato, nessuno ne parla ma si tratta del futuro di 60mila lavoratori"

L'accordo sancisce 3330 esuberi di personale da gestire attraverso i seguenti strumenti: contratti di solidarietà, per un recupero pari al costo di 3000 lavoratori, mobilità volontaria, per 330 lavoratori e mobilità professionale.

"Il 7 settembre 2015, presso il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), è stato sottoscritto un accordo tra Telecom Italia, FISTEL-CISL, UILCOM-UIL, UGL-Comunicazioni. Il Ministero si è limitato a verbalizzare l’intesa. Si tratta, per la prima volta, di un accordo separato, in quanto SLC-CGIL non l’ha sottoscritto" commenta il Partito Comunista dei Lavoratori.

"L’accordo sancisce, per l’ennesima volta, 3330 esuberi di personale, da gestire attraverso i seguenti strumenti: contratti di solidarietà, per un recupero pari al costo di 3000 lavoratori; art 4 della Legge Fornero; mobilità volontaria, per 330 lavoratori (legge 223/91); mobilità professionale".

"Fortunatamente SLC CGIL - continua - non ha riconosciuto le ulteriori eccedenze denunciate dall’azienda che, per altro, non ha fornito idonea documentazione richiesta in merito. L’azienda, inoltre, per mesi aveva sponsorizzato, ovunque, l’intenzione di assumere 4000 persone, a fronte di contratti di solidarietà espansiva, nella convinzione che il Governo rendesse questo ammortizzatore sociale economicamente sostenibile per i lavoratori. Peccato che questo non sia avvenuto nel modo in cui l’azienda auspicava, pertanto, la stessa intende nuovamente ricorrere ai “contratti di solidarietà difensiva”.

"SLC CGIL, unitariamente, aveva sottoscritto ben 3 accordi precedenti, rispettivamente negli anni 2009, 2010, 2013 che avevano già attestato la presenza di esuberi. Di fatto, i tre accordi precedenti non hanno risolto in modo “definitivo” la presenza degli esuberi, nonostante le internalizzazioni ed i numerosi sacrifici richiamati dall’accordo del 27 marzo 2013. E’, quindi, palese che con questi accordi l’azienda sia più che altro interessata al risparmio generato dai contratti di solidarietà che producono un forte decremento di costo del lavoro, anzichè a risolvere il problema delle eccedenze".

"I lavoratori si domandano cosa accadrà allora quando la legislazione o il Governo metteranno uno stop al ricorso dei contratti di solidarietà - prosegue - Telecom Italia, ora TIM, è il risultato di profonde riorganizzazioni e ristrutturazioni aziendali che dal monopolio l’hanno posta sul libero mercato. Il prezzo di questi profondi cambiamenti è sempre stato tutto “sulle spalle” dei lavoratori che, sino ad oggi, nonostante tutto, hanno consentito all’azienda di “tirare avanti”, mentre “fior” di manager entrano ed escono dalla stessa con uscite milionarie. Il Gruppo Telecom, negli anni passati, era composto da circa 120000 lavoratori. Oggi il loro numero si attesta intorno ai 60.000 ! Dimezzata l'occupazione".

"Il territorio ligure non è stato risparmiato; i lavoratori oggi sono circa 1000, 700 nella provincia di Genova. Genova è sede di strutture aziendali tecniche, quali Network ed Open Access e di strutture commerciali, quali Caring Services, Business e di ciò che resta del settore che gestisce il personale ligure e la sicurezza territoriale. A Savona, ad esempio, sono ubicate le strutture che si occupano di attivazioni ed assistenza tecnica. Recentemente, a maggio 2015, è stata chiuso il servizio 1254 e le sette lavoratrici che ne facevano parte sono, ad oggi, in telelavoro. Il restante personale è impiegato come tecnico on field, su tutta la provincia".

"Purtroppo - sottolinea - questi ridimensionamenti hanno colpito lo sviluppo del territorio e l’interesse dell’azienda sulla nostra piccola regione con il triste record di disoccupazione del Nord Italia. E' necessario dunque che la CGIL metta in campo ogni forma di lotta per respingere l'ennesima aggressione al mondo del lavoro. Mentre altre forze sindacali vendute ormai totalmente agli interessi padronali hanno volgarmente lasciato soli i lavoratori è estremamente urgente che gli stessi si organizzano in modo unitario per rivendicare diritti e occupazione".

"La crisi del capitalismo la paghino i padroni e non i dipendenti Telecom. Tutta la Liguria continua ad essere aggredita dalle logiche del profitto privato : Tirreno Power, Fincantieri, Piaggio ne sono una dimostrazione evidente: occorre che le vertenze, le proteste , le lotte vadano unite fra loro, poiché, come la storia insegna, i padroni concedono qualcosa solo quando hanno paura di perdere tutto - conclude - Il Partito Comunista dei Lavoratori si schiera , incondizionatamente, con le ragioni di tutti i lavoratori Telecom e con qualsiasi forma di lotta intendano intraprendere sul territorio.

 

c.s.