Modesto incremento, solo il 2,83 %, della percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti raggiunto complessivamente dai 235 comuni della Liguria, nel 2014.
Uno scenario che mostra il segno negativo, oltre mezzo punto, dal rispetto al 2013, nello stesso capoluogo ligure, 583 mila abitanti, poco meno di un terzo della regione.
La raccolta della differenziata a Genova, nel 2014, è infatti scesa dal 34,27% al 33,71%, 0,56 %
in meno.
Non raggiunge il punto percentuale l’aumento di Savona dal 24,42 al 25,21, appena 1,87 l’incremento della Spezia.
I dati emergono dal documento di accertamento annuale approvato nel pomeriggio dalla giunta della Regione Liguria , illustrato dall’ assessore all’Ambiente Giacomo Giampedrone che ha commentato negativamente i risultati.
Sono appena sedici i comuni, tutti con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti, che hanno raggiunto e superato la percentuale del 65% di raccolta differenziata. Tra questi Seborga e Taggia nell’Imperiese, Noli, Pietra Ligure, Tovo San Giacomo, Vendone, Garlenda, Arnasco, Villanova d’Albenga, Ortovero e Giustenice nel Savonese, Pieve Ligure, Recco, Portofino e Lavagna in Provincia di Genova, Levanto in provincia della Spezia.
Nessuno tra gli 11 comuni che superano i 15 mila abitanti, compresi i quattro capoluoghi, ha invece raggiunto quota 65 %, fatta eccezione il buon risultato del Comune di Chiavari che incrementa di quasi il 20% la raccolta del 2013, arrivando al limite del 62%.
Altri comuni più piccoli hanno registrato buone performance che vanno verso il 65%, tra i quali Armo (63,86) e Montalto Ligure (62,93) nell’Imperiese, Ceriale (62,08), Cairo Montenotte (60,36), nel Savonese, Framura (62,07) e Ameglia (62,91) nello Spezzino.
Genova, rispetto al 2013, invece, è addirittura scesa.
Di seguito, i comuni e le percentuali raggiunte nel 2104. Genova (33,71), La Spezia (38,22), Savona (25,21), Imperia (31,15), Sanremo (29,57), Rapallo (49,21), Ventimiglia (22,13), Albenga (35,10), Sarzana (26,19), Sestri Levante (32,10).
Durissimo il commento dell’assessore Giampedrone:
“ Sono dati, questi, che noi consideriamo assolutamente negativi, segno anche di una eredità pesante che andiamo ad affrontare e segno anche di una inversione di rotta da compiere nel più breve tempo possibile. Se si considera che legge prevedeva il raggiungimento del 65% nel 2012 e che a oggi non abbiamo neanche raggiunto lo step del 45% che in un anno siamo passati da 11 a 16 comuni in regola che non rappresenta neanche il 10% dei comuni liguri, la situazione è drammatica, esplosiva”
La Regione Liguria deve adesso risolvere l’emergenza rifiuti che si è venuta a creare nel Genovesato dopo la momentanea indisponibilità dell’impianto in Piemonte.
E’ stata avviata una trattativa con l’Emilia Romagna che prevede il conferimento di 200 tonnellate giornaliere di rifiuti, per un periodo limitato da 70 a 90 giorni, in attesa che venga risolta l’autorizzazione ambientale per l’impianto Trm del Piemonte, in modo che la Liguria possa tornare a utIlizzarlo.
Il problema è che la Regione Liguria, non potendo smaltire nulla in casa nostra, segna una politica fallimentare che questa giunta ha ereditato, speriamo di avere tre-quattro mesi di tregua per poi trovare le soluzioni che al momento non ci sono e che dobbiamo trovare”.
A lungo termine si dovranno fare scelte importanti, dalla termovalorizzazione, agli impianti di trattamento, agli accordi a lungo termine che potranno accogliere i nostri rifiuti fuori regione.
Certo è che la raccolta differenziata deve aumentare, i dati presentati oggi sono allarmanti.