Sanità - 07 giugno 2015, 17:30

Greenpeace si mobilita per fermare TTIP

Il prossimo 10 giugno il Parlamento europeo voterà sui primi passi del trattato di libero scambio USA-UE, il cosiddetto TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership). Le premesse sono pessime e corriamo il rischio di un serio arretramento dei diritti anche in campo ambientale e sanitario. Per questo anche a Genova i volontari di Greenpeace si sono dati appuntamento per le vie del centro città la mattina di sabato 6 giugno, per manifestare contro il TTIP con uno slogan comune: “Le persone e il Pianeta prima dei profitti”.

 

Le ultime discussioni al Parlamento Europeo confermano che il negoziato segreto del TTIP è una minaccia per la sostenibilità sociale e ambientale, già in pericolosa deriva. Per questo oltre 200 organizzazioni nazionali hanno aderito alla Campagna Stop-TTIP Italia.  

 

Greenpeace partecipa alla mobilitazione Stop-TTIP con 20 gruppi locali impegnati con banchetti informativi in 17 città italiane. I volontari chiedono ai cittadini di scrivere ai parlamentari europei e firmare una petizione per bloccare subito il TTIP: http://stop-ttip.greenpeace.it. Grazie alla mobilitazione internazionale, la campagna mondiale Stop-TTIP ha già raccolto quasi due milioni di firme.

 

Nel frattempo, anche una parte dell’Europarlamento si è detta contraria a un’armonizzazione delle normative comunitarie con quelle degli Stati Uniti, perché i pericoli sono troppo elevati e il processo rischia di essere irreversibile. Persino numerosi parlamentari statunitensi hanno espresso preoccupazioni analoghe.

 

«Il negoziato sul TTIP ha già influito negativamente sugli standard ambientali in discussione nell’Unione europea: dalla sicurezza degli alimenti alla qualità dei combustibili per le automobili, il TTIP rappresenta già un problema per i cittadini europei e per l’ambiente», commenta Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace Italia. «Chi dice che il TTIP non avrebbe nulla a che fare con le norme europee sugli OGM fa finta di non sentire le reazioni minacciose degli Stati Uniti alla recente proposta di “nazionalizzazione” degli organismi transgenici presentata dalla Commissione europea: la verità è che gli OGM sono dentro al TTIP, anzi, sono uno dei temi chiave del negoziato».

 

Non mancano le preoccupazioni anche sul fronte energetico: gli standard previsti dalla normativa europea in questo settore sono di intralcio al libero mercato. Ad esempio, potrebbero essere abbattuti i limiti sulle tecniche di fracking e facilitata l'importazione in Europa di petrolio da sabbie bituminose. Negli Stati Uniti il principio di precauzione non vale, e le sostanze chimiche sono considerate sicure fino a prova contraria, esattamente l'opposto di quanto accade in Europa. Se il TTIP fosse approvato, i nostri standard ambientali rischierebbero dunque di venire fortemente indeboliti.

cs