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Eventi | 05 giugno 2015, 09:35

A Savona Giovanni Impastato e Simona Della Croce alla Ubik per parlare di mafia: Storia e informazione con il libro "Io sono Peppino"

Dopo l'incontro con il pubblico della Ubik, Giovanni Impastato si è recato a Pietra Ligure per assistere allo spettacolo 'I Cento Passi', messo in scena dagli studenti dell'Istituto Falcone di Loano

A Savona Giovanni Impastato e Simona Della Croce alla Ubik per parlare di mafia: Storia e informazione con il libro "Io sono Peppino"

E' stato presentato ieri, mercoledì 3 giugno presso la Ubik di Savona il libro 'Io sono Peppino. La Storia che vi racconteranno non è la mia' di Simona Della Croce con la prefazione di Giovanni Impastato che, dopo il grande successo della Settimana di impegno antimafia dello scorso marzo, è tornato in Liguria per una serie di incontri con gli studenti e la cittadinanza.

Giovanni Impastato ha presentato il libro della giovane autrice sanremese e si è confrontato con i presenti su cosa è stata la mafia negli anni in cui a combatterla c'era suo fratello, Peppino, cosa è diventata la mafia oggi e come in questo processo di crescita e sviluppo di una cultura della legalità e di un movimento antimafia, abbiano avuto un ruolo centrale i mezzi di informazione, che proprio nella vicenda di suo fratello hanno rappresentato uno dei tanti nemici da combattere.

Peppino è oggi uno dei personaggi simbolo della lotta contro la mafia, ma non è sempre stato così: il libro di Simona Della Croce, ricostruisce le modalità con cui gli organi di stampa hanno raccontato la storia di Impastato in anni in cui non c'era internet e l'informazione non era libera, soffermandosi in modo particolare sulla vera e propria lotta compiuta da mamma Felicia e dal fratello Giovanni nell'affermazione della verità storica, non solo nelle aule dei tribunali, ma soprattutto tra l'opinione pubblica.

“Simona è una dei tanti studenti che ogni anno si innamorano della storia di Peppino – ha detto Claudio Porchia, Presidente del Centro Impastato di Sanremo e moderatore dell'incontro – e che come altri dopo averla conosciuta ha deciso di scriverci la sua tesi di laurea. In merito alla storia di Peppino si è sempre parlato dei depistaggi compiuti dalla magistratura, ma l'analisi contenuta nel libro di Simona, va oltre e analizza in maniera puntuale il comportamento attuato dai mezzi di informazione nella divulgazione dei fatti. La pubblicazione per il taglio originale, il linguaggio semplice e gli interessanti spunti per una riflessione sul ruolo dell’informazione è particolarmente adatto ad un utilizzo nelle scuole per incontri o laboratori didattici.”

Subito dopo la sua morte Peppino Impastato venne etichettato come 'terrorista', appellativo incentivato da un'informazione incapace di fotografare la Storia nella sua verità e non nella sua verosimiglianza. Una precaria ricostruzione dei fatti che solo l'impegno della famiglia e del Centro Siciliano di Documentazione Antimafia è riuscito a ribaltare, facendo chiarezza sulla vicenda, anche se si è trattato di un percorso molto complicato.

“Quando decisi di scrivere la mia tesi di laurea sulla storia di Peppino - ha detto Simona Della Croce -  non avrei mai creduto che sarebbe potuta diventare un progetto così importante. Inizialmente non avevo nemmeno in programma di andare a Cinisi per svolgere le mie ricerche, ma ho fortunatamente scelto di partire e sono convinta sia stato proprio questo ad aver impreziosito il mio lavoro. Ho conosciuto Giovanni in quell'occasione, ho avuto il piacere di intervistarlo, di conoscere Peppino attraverso i suoi occhi, e da un incontro del genere non si torna mai come si è partiti.”

Al centro del dibattito la mafia di oggi e quella di ieri, l'incapacità da parte dello Stato di combattere un fenomeno che ha ormai attecchito nella sua natura, ma che è in continua evoluzione e trasformazione; nonché il ruolo del giornalista e l'approccio dell'informazione e dei singoli lettori di fronte ai fatti di mafia e non solo.

“Dobbiamo imparare ad utilizzare i mezzi di comunicazione – ha detto Impastato – a non esserne schiavi, a sfruttarne le potenzialità, ma a non subirne gli effetti. Per quanto riguarda la storia di Peppino, nel nostro percorso di ricerca della verità storica ci siamo scontrati contro un certo tipo di informazione che si era affidata alla veline dei Carabinieri e che non si era posta il problema di approfondire la sua attività di denuncia del sistema mafioso, influendo in modo molto forte sull'opinione pubblica.”

E ha concluso: “Essere oggi qua a presentare questo libro che nasce da una tesi di laurea e che tratta una tematica così delicata, è per noi motivo di orgoglio, segno evidente che in questi anni di lotta siamo davvero riusciti a fare qualcosa di importante e a diffondere una cultura di lotta antimafia. A maggior ragione sapere che a scriverlo è stata una ragazza così giovane.”

Dopo l'incontro con il pubblico della Ubik, Giovanni Impastato si è recato a Pietra Ligure per assistere allo spettacolo 'I Cento Passi', messo in scena dagli studenti dell'Istituto Falcone di Loano. Il testo, ricavato dalla sceneggiatura del famoso film di Marco Tullio Giordana, è riuscito a mettere in risalto la grandezza della figura di Peppino, collocandolo in quel drammatico contesto. “Grazie alla bravura del regista Nello Simoncini – ha commentato la dirigente scolastica Ivana Mandraccia - i nostri ragazzi con questo spettacolo, hanno ottenuto un importante riconoscimento in occasione della serata finale della Rassegna Teatrale “Ragazzi sul Palco”, svoltasi dal 18 al 23 maggio, al Teatro Gassman di Borgio Verezzi. Per questa ragione è nata l'idea di organizzare un'apposita rappresentazione per onorare il ricordo di Peppino Impastato con la presenza di suo fratello Giovanni.”

c.s.

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