Savona - 03 giugno 2015, 17:00

L'orrore dell'analfabetismo del cuore

Tanti discorsi sui generi del corpo e degli impulsi (maschile, femminile, eccetera), poche riflessioni su un genere dell'anima: l'amore. Nell'epoca in cui la tavola dei valori viene rimescolata, il frullatore mediatico sminuzza la cronaca e ci consegna i dettagli dei casi più crudi, Albenga compresa. Persecuzione, tormento, atavica cecità scatenata dalla gelosia: il copione è sempre lo stesso, con un esito tragico e tremendo, e si recita da secoli. E si declina in migliaia di situazioni.

Il giardiniere marocchino uccide a coltellate l'ex moglie, al cospetto della figlia quattordicenne. Dietro al fatto, le premesse di quello che, usando un forestierismo brutto che rimanda ad una categoria amplissima, oggi si definisce stalking. Non c'è commento d'impostazione interrazziale o interculturale che tenga di fronte a questo defectus boni. E' una locuzione latina, defectus boni, sì: è di Sant'Agostino e indica l'assenza di bene, il vuoto d'amore. Una voragine che lascia spazio all'odio, alla ripicca, alla vendetta: deriva dall'imperfezione delle creature e dall'abuso della libera volontà.

Il ritrattino del maschio contemporaneo violento, ormonale, possessivo non è il "bignami" per interpretare la realtà. Non sarebbe neppure giusto appiccicarlo alla figura di un immigrato che, ormai, ha assimilato le modalità di vita dell'occidente disinvolto. E' ovvio che il retaggio etnico-culturale ha la sua portata, ma non è mai tale da nascondere il nocciolo della questione: l'incapacità di amare autenticamente.

L'amore è un genere che travalica i confini della biologia e precede gli istinti primitivi. Se non si ha (e non lo si prova, verso qualcosa o qualcuno), lo si può persino apprendere. C'è una frotta di uomini privi di educazione sentimentale, di tutte le età e ascendenze, incapaci di controllarsi e di evolversi. Sono pericolosi, specialmente quando si sentono sconfitti dal rifiuto e dall'abbandono. Non hanno mai avuto il dono di saper amare né occasione per imparare ad alimentare il binomio cuore-ragione.

Si fa presto a dire che "bisogna desiderare il bene della persona amata anche quando non coincide con il nostro". Non è facile e - con buona pace di Platone - basterebbe almeno non desiderare né il bene né il male. Quando la faccenda diventa troppo ossessiva o difficile, la forza si trova nelle alternative. Nel caso ingauno, il giardiniere era stato invitato dal fratello a trasferirsi a Rimini per dimenticare l'ex moglie e rifarsi una vita. Se l'uomo avesse mollato la stretta, per concedersi un futuro nuovo, forse la relazione complicata avrebbe preso una piega diversa. L'ostinazione nel resistere e riconquistare va bene per chi è in grado di amare. Il coraggio di cambiare è l'unica strada per gli analfabeti del cuore. 

Felix Lammardo