Attualità - 04 maggio 2015, 19:15

Domani è sciopero contro la Buona Scuola di Renzi, anche gli istituti savonesi incrociano le braccia: ritrovo in piazza Sisto

D’Amico (Gilda insegnanti Savona): “Sarà soltanto la prima tappa di una battaglia che proseguirà, se necessario, allo sciopero degli scrutini”. Domani appuntamento in piazza Sisto IV alle 9

Domani, martedì 5 maggio, sarà sciopero generale contro la “Buona Scuola”. Le organizzazioni sindacali Flc/Cgil, Cisl/Scuola, Uil/Scuola, Snals/Confsal e Gilda/Unams hanno indetto uno sciopero nazionale del personale del comparto scuola, docenti ed Ata contro la riforma del Governo Renzi. Anche gli istituti savonesi si preparano ad incrociare le braccia e manifestare: studenti e insegnanti si concentreranno in piazza Sisto IV alle ore 9.

Il personale scolastico scenderà nelle piazze di tutta Italia nella manifestazione "L'unione fa la scuola" per chiedere al Governo una modifica del Disegno di Legge sulla cosidetta 'Buonascuola' che si articoli attraverso un vero piano di stabilizzazione dei precari e il rinnovo del contratto.

A sostenere lo sciopero Vincenzo D’Amico, Rsu del Liceo Scientifico Statale “O. Grassi”, Gilda degli insegnanti di Savona: “Il 5 maggio si protesta contro la riforma del Governo, ma anche contro il mancato rinnovo del contratto fermo da 7 anni, con retribuzioni che stanno impoverendo gli insegnanti italiani, calpestandone la dignità umana e professionale. Sarà soltanto la prima tappa di una battaglia che proseguirà, fino ad arrivare, se necessario, allo sciopero degli scrutini”.

È importante, come non lo è mai stato, rendere coscienti rapidamente tutti i colleghi e i cittadini di quanto sta avvenendo, affinché si lotti uniti per scongiurare il pericolo – continua D’Amico -  Infatti la libertà nostra, di tutti i docenti e della Scuola italiana, è in pericolo. Siamo ora nel momento in cui si sta consumando un attacco alla libertà ed alla dignità della funzione docente che non trova alcun precedente nella storia dell´Italia post-fascista”.

Tra le motivazioni a sostegno dello sciopero di domani i punti della riforma del Governo in merito alla libertà di insegnamento, al ruolo del Dirigente Scolastico e ai precari della scuola.

Il Governo ha presentato al Parlamento un disegno di legge di riforma che rischia di ledere gravemente quella libertà di insegnamento che è sancita dall'articolo 33 della Costituzione ed è stata in passato ribadita sia dal testo unico sul'istruzione (DPR 297/1994) sia dalle norme sull'autonomia scolastica che avevano stabilito che tale libertà fosse tutelata, sia nell'ambito collegiale che in quello individuale, rispettando anche le scelte metodologiche minoritarie o individuali", continua l’esponente della Gilda.

Inoltre fa molto discutere la figura del “Preside-Sindaco”, dotato di nuovi poteri, quali la valutazione dei docenti da premiare, l’assunzione degli stessi e la compilazione del Piano di Offerta Formativa dell’Istituto, con la scelta delle materie e degli insegnanti da impiegare.

Quando si scrive che 'il Dirigente scolastico è responsabile della didattica' il possibile risultato è più che evidente – interviene Vincenzo D’Amico -  La parola 'didattica' significa semplicemente insegnamento, quindi se responsabile ne è il dirigente scolastico, in modo semplicemente 'legittimo' ed automatico egli potrà dirigere l'insegnamento, ed i docenti gli saranno subordinati, sia in quanto ai contenuti che per le metodologie, esattamente come un operaio alla catena di montaggio è subordinato al capo, nel più becero dei modelli di sfruttamento”.

Professori, docenti e personale ATA scenderanno dunque in piazza per protestare anche contro il piano della assunzioni, che ha visto un taglio di circa 50mila posti di lavoro rispetto a quelli annunciati.

Se a questo si aggiunge il potere di assunzione dei futuri insegnanti, direttamente da un albo di abilitati, nel quale confluiranno non solo i nuovi, ma anche tutti coloro che oseranno chiedere di cambiare scuola, sempre in barba alla Costituzione, che prevede che ai posti pubblici si acceda per concorso e che la pubblica amministrazione adotti sempre criteri di imparzialità, il quadro si completa. I docenti, moderni servi della gleba, perderanno il diritto alla mobilità volontaria o cadranno nel calderone dei precari a vita, costretti a vagare ogni tre anni da una scuola all'altra della provincia, se non hanno assecondato o soddisfatto gli umori del dirigente e del suo staff - continua - La Buona Scuola propone in modo ricattatorio uno scambio insensato e per ciò stesso allarmante: stabilizzazione dei precari (imposta, comunque, dalla Corte Europea), con la contropartita della fine del ruolo istituzionale della scuola pubblica statale e della funzione docente prevista dal dettato costituzionale.

In merito alla drammatica vicenda del precariato scolastico, con lo sciopero si chiede lo stralcio dal DDL della questione precari che va affrontata con gli strumenti che l'urgenza impone, dal momento che la sentenza della Corte di Giustizia Europea ha stabilito l'obbligo, per il Governo, di stabilizzare tutti i precari in possesso dei requisiti previsti dalla stessa sentenza. Si chiede anche la cancellazione dell'art. 12 che vieta l'assunzione di precari oltre i 36 mesi di servizio”, conclude.

Debora Geido