Curiosità - 09 aprile 2015, 08:15

Tutto è pronto, a Castellar per la 21° volta della "Festa degli spaventapasseri"

Lo spaventapasseri che veglia sul campo di grano vale molto perché custodisce la vita che nasce… ”. Non c’era bisogno di conferme su quanto Castellar avesse a cuore le sorti delle sue “sentinelle dei campi”, ma se ce ne fosse stato crediamo sia tutta in questa affettuosa dichiarazione d’amore e di stima che ha spesso campeggiato sui manifesti della “Festa degli spaventapasseri” che uno dei Borghi più belle ed affascinanti del Saluzzese si appresta a vivere  nella settimana compresa tra la prima e la seconda domenica di maggio. Meno di 300 abitanti abitanti “sparsi” su di una superficie di quasi 4 chilometri quadrati per una densità abitativa di 65 “anime” per chilometro quadrato, incastrato nella quiete di colline sulle quali crescono, maturano e si affermano  le mele della Valle Bronda, i “ramassin” del Monviso e – soprattutto – le uve Pelaverga: ecco perché di Castellar si dice sia un “borgo da vivere”. Un “borgo da vivere” che dal 3 al 10 maggio sarà anche e soprattutto un “borgo da vedere”, “da ammirare”, grazie ai suoi 200 e forse più spaventapasseri dislocati ovunque, ma anche all’apprezzabile Museo delle uniformi del Regio Esercito Italiano che documenta l'evoluzione dell'uniforme militare dall'Unità d'Italia alla seconda guerra mondiale, curato dall’attuale proprietario del Castello del XIV secolo che domina uno sperone roccioso.

Se non lo si è e mai visto è difficile capire dalle parole di un giornale quanto straordinario, quanto fiabesco sia questo appuntamento organizzato dall’Associazione Culturale “Gli spaventapasseri”. Bisogna vederlo con i propri occhi, quasi… toccarlo, con l’animo disposto a farsi rapire dalla magia di quelli che un tempo erano una necessità contadina messa a guardia dei campi appena seminati ed oggi sono una sorta di gigantesco cartoon ispirato alla vita di tutti i giorni, all’attualità, alle fiabe.

Mancano ancora tre settimane all’evento ed il programma è ancora top secret, ma in paese c’è il fermento tipico di un formicaio al cui interno tutti sanno cosa fare, tutti sanno qual è il loro compito. Perché qui, gli “Spaventapasseri” uniscono. Qui c’è sinergia d’intenti. Qui, quando serve, si rema tutti nella stessa direzione. E questa è una di quelle volte in cui serve. Per il ventunesimo anno consecutivo.

c.s.