Si è discusso durante il Consiglio Comunale di Alassio di ieri circa la possibilità di intitolare una via o una piazza a due grandi personaggi che hanno reso onore alla loro città natia Mario Berrino e a Tomaso Schivo.
La proposta da parte della minoranza ed in particolare di Galtieri ha suscitato dibattito e il Sindaco Canepa ha spiegato in Consiglio come, per legge, il tempo minimo per poter procedere in tal senso è quello di 5 anni dal decesso delle figure in questione "In questo caso, sebbene abbiamo escluso la volontà di intitolare strade o piazze, ciò per non creare disagi a utenti, cittadini e negozianti, volevamo senza dubbio intitolare Giardini, parchi o luoghi pubblici, ciò non è stato possibile. - continua Canepa - abbiamo chiesto in Prefettura e ci hanno risposto che il tempo ordinario è 10 anni, esiste la possibilità di ottenere il permesso anche dopo 5 anni dal decesso dei personaggi, in questo caso sono passati solo 4 anni, pertanto dobbiamo aspettare per ora".
Sul punto anche il Prof Quaglieni si è voluto esprimere affermado" Appare assai poco giustificato il rifiuto di intitolare un sedime di Alassio a Mario Berrino e a Tomaso Schivo, ormai vecchia proposta avanzata dal Centro Pannunzio nel 2011.
Possiamo concordare con il Sindaco sulla inopportunità di creare disagio ai cittadini ,cambiando il nome delle vie,ma non possiamo non ricordare al sindaco che la deroga dei dieci anni è prassi abbastanza comune in quasi tutti i comuni:si richiede al Prefetto,motivando l'eccezione alla regola. Di norma, viene concessa.
Può essere accettabile anche l'idea di un giardino,ma non è possibile dimenticare due figure di grandi alassini come Berrino e Schivo.Berrino ha,tra l'altro, una caratura di rilievo internazionale.
L'esempio di Ispra ,comune sul Lago Maggiore,che dedicò parte del suo lungolago a Berrino,sta a testimoniare che la via è praticabile anche da Alassio.Basta volerlo ed io mi rifiuto di credere,conoscendolo di persona, che il Sindaco Canepa, non abbia la sensibilità per comprendere che la memoria storica della città va tutelata.Forse certe rigidità vanno individuate in pezzi della sua maggioranza.
Ci dimentichiamo gli orrori di Alassio di quando un sindaco mise dappertutto targhe con scritto "Arasce" e battezzò con intitolazioni dialettali le vie ?Quelli sì erano cose aberranti in termini culturali".