Savona - 25 febbraio 2015, 17:00

Mamma ho perso 1 milione

Il tempo è un autentico tiranno della civiltà industriale. Persino l'uomo medievale aveva più tempo e calma per gustarsi giocolieri e attori viandanti, prima nelle piazze e poi in edifici costruiti appositamente per la drammatizzazione. Invece oggi ci si dimentica del teatro, luogo-dimensione secolare dello svago e della riflessione. Si ha il tempo per il cinema: per digerire qualche cinepanettone o, quando si è fortunati, imbroccare il film che valga la pena del biglietto. 

A Finale Ligure il teatro (fisico) Sivori è stato dimenticato perché il teatro (polo culturale di eventi) non è più nell'agenda di alcun amministratore. La cultura è diventata una ruota di scorta, che si tira fuori quando gli argomenti prioritari, quelli che tengono banco nell'agorà dei social network, sono esauriti. Ecco che, in altre faccende affaccendata, la città di Finale ha perso il finanziamento da oltre 1 milione di euro per il restauro conclusivo del Sivori, piccolo gioiello monumentale che da tempo è in fase di recupero. La Regione aveva messo da parte i fondi, ma nel passaggio tra la vecchia e la nuova amministrazione sono scaduti i tempi per indire la gara ed appaltare l'operazione. 

Nell'epoca delle distrazioni seriali succede anche questo: ci si dimentica d'incassare quando i soldi ci sono. Però il tempo è tiranno, appunto, e adesso i fondi Fas che servivano per la ristrutturazione non sono più disponibili, capitolati sotto la mannaia dei tagli ai trasferimenti statali. Inevitabile il rimpallo di responsabilità. Il sindaco Frascherelli: "Abbiamo fatto tutto il possibile per evitare di perdere il finanziamento". L'ex vicesindaco Ferrari: "Lasciare incompiuta l'opera è stata una precisa scelta della nuova amministrazione". Qualcuno ha fatto notare che l'impegno sulla cultura non si esaurisce con il cimento della Befana.  

"Mamma ho perso 1 milione" (restauro Sivori). "Mamma ho perso gli aerei" (gioco di parole autoevidente). Dal passato dei palazzi storici al futuro. Spunta l'idea di tre grattacieli per le aree Piaggio dismesse. Subito un bel groviglio di sentimenti contrastanti si annoda intorno a questa idea progettuale (per adesso un plastico), durante un febbraio soporifero. In una cittadina orfana del suo opificio aeronautico, si vorrebbero spingere verso il cielo le volumetrie, alzando tre monoliti da megalopoli. Con saggia prudenza la giunta di Ugo Frascherelli ha specificato che si tratta solo dello spunto per un confronto. 

Un déjà vu di 14 anni fa, praticamente, quando il mugugno di Albenga girava intorno al progetto delle quattro torri ideate dall'archistar Vázquez Consuegra: colossi cementizi che avrebbero adombrato il quadrilatero ingauno e le sue vestigia antiche. All'epoca il progetto fu affossato dall'intervento di "Striscia la notizia" (ovviamente di Ricci con il suo amor patrio) e dai pareri di Sgarbi e Daverio, più che dalle critiche locali. In molti a Finale Ligure sperano che anche l'ipotesi dei grattacieli venga inghiottita dalla distrazione, come accaduto per il teatro Sivori, o almeno piallata dal buon senso. 

Felix Lammardo