“Prima di iniziare a parlare della riconversione urbanistica delle ex aree Piaggio, è necessario capire come dovranno essere bonificate. Nella zona infatti sono presenti sostanze altamente inquinanti, come ad esempio l’arsenio”. Gabriello Castellazzi, portavoce dei verdi savonesi, interviene sulla complessa vicenda del recupero del sito industriale posto ai piedi della Caprazoppa.
La scorsa settimana si è acceso un animato dibattito tra maggioranza, minoranza ed i cittadini a seguito della presentazione della bozza del progetto di riconversione, che prevederebbe la costruzione di tre torri.
Al momento si tratta di solo di un’ipotesi, che ha però sollevato molto polemiche.
“Prima di qualsiasi intervento, sottolinea Castellazzi, bisogna capire quale è la caratterizzazione delle aree e dei terreni. Una volta effettuato questo processo di analisi si potrà valutare come e da chi dovrà essere effettuata la bonifica, ma soprattutto i tempi e la spesa, che sono i due aspetti più importanti”.
Tra le ipotesi presentate si parlava anche dello spostamento della Via Aurelia più a monte, nei pressi della ferrovia, mentre la statale verrebbe convertita in via ciclopedonale. “In questo caso ci sono due aspetti da considerare. Il primo è che parte delle aree rientra nel famoso progetto del raddoppio ferroviario tra Andora e Finale ed il secondo che una volta iniziato a scavare potrebbero venire alla luce importanti reperti archeologici”.
Negli scorsi anni, infatti, da una tesi universitaria era emerso che nella zona tra la Piaggio e la chiesa dei Cappuccini erano presenti dei resti medioevali e romani.
“A mio avviso, continua Castellazzi, è improponibile che la visuale dai castelli medioevali di Finalborgo sia chiusa dalle tre torri, si tratterebbe di una mostruosità ambientale”.