“Tredici centrali a carbone in Italia, tredici città soffocate dall’inquinamento, e non solo: è tutta l’Italia a soffrire per un’economia energetica impostata su questi giganti dell’inquinamento. Numerose ricerche scientifiche lo dimostrano: il loro impatto è enorme sia sulla salute dei cittadini che per l’ambiente. Le evidenze scientifiche in tutto il mondo testimoniano un forte impatto sulla salute da parte della produzione di energia elettrica con il carbone. L’inquinamento atmosferico prodotto dalle centrali a carbone colpisce prevalentemente l’apparato respiratorio e il sistema cardiovascolare”. Lo dichiarano i deputati del MoVimento 5 Stelle Sergio Battelli, Matteo Mantero e Simone Valente.
Il MoVimento 5 Stelle ha depositato una proposta di legge per istituire una Commissione d’inchiesta parlamentare, per «attivare e rendere intransigente l’attuale normativa in materia ambientale e sanitaria, relativamente alle attività di monitoraggio».
“Nessuno può più negare i gravi danni prodotti dalla combustione del carbone, specialmente nei siti più vicini ai centri abitati o addirittura entro i centri abitati stessi come nel caso della centrale Tirreno Power di Vado Ligure, chiusa un anno fa dalla procura di Savona con un'istanza di sequestro a seguito di «ingente danno alla salute provocato dal dimostrato aumento dei ricoveri ospedalieri e del numero dei decessi riconducibile direttamente alla presenza della centrale” dicono i deputati Sergio Battelli, Matteo Manteo e Simone Valente.
Si dovrà procedere da subito con l'acquisizione di tutta la documentazione medica e scientifica già presente per ogni sito. Inoltre le analisi dei dati dovranno essere incentrate a verificare l’effettivo costo della produzione di elettricità da carbone rispetto alla produzione di energia da fonti rinnovabili, includendo nei costi del kWh dell’elettricità da carbone anche le esternalità negative, ossia gli impatti ambientali e sanitari causati dalle emissioni climalteranti e inquinanti della combustione del carbone medesimo. Numeri che non vengono mai inclusi nei “costi di produzione”. Dovrà poi verificare le Aia delle centrali attive, e assicurarsi che i cittadini attraverso comuni e comitati abbiano accesso ai dati.