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Politica | 09 febbraio 2015, 17:15

Porti, Lupi conferma: "Accorpamenti in arrivo"

Le linee guida indicate dalla commissione per la “governance” dei porti prevedono accorpamenti non tanto regionali quanto “di aree-ambiti retrostanti” e sulla base delle specializzazioni

Porti, Lupi conferma: "Accorpamenti in arrivo"

Assemblee e presidi oggi in tutti i porti italiani in concomitanza con gli Stati Generali della portualità e logistica convocati dal ministero dei Trasporti nell'Auditorium del Maxxi di Roma. Un appuntamento vissuto quasi come un “momento della verità” per l'Authority di Savona dove è nuovamente forte la preoccupazione per l'ipotesi di accorpamento con l'Autorità Portuale di Genova.  A Roma erano tutti presenti: i presidenti delle Autorità portuali, i segretari generali, ma anche i sindacati, gli operatori e  i 15 “saggi” della commissione incaricata di elaborare proposte operative per la riforma. "I porti non spariscono, stiamo discutendo su come cominciare ad accorparli – ha confermato il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi -. Nel piano strategico, che sarà presentato entro febbraio in consiglio dei ministri, non ci sarà né conservatorismo, né al consociativismo. Bisogna avere il coraggio di cambiare, costruire un futuro e non conservare il passato".

Il cluster portuale e marittimo nazionale include oltre 11.000 imprese, produce un valore aggiunto diretto di quasi 7 miliardi di euro, impiegando circa 90.000 persone, con un`incidenza sul Pil pari al 2,6%. Via mare transitano circa il 70% delle importazioni e quasi il 50% delle esportazioni italiane, quote che superano l`80% se considerano solamente gli scambi extra UE. L`interscambio commerciale vale oltre 220 miliardi di euro, corrispondente ad oltre il 15% del PIL nazionale. I porti italiani sono tra i primi in Europa per il trasporto passeggeri con circa 83 milioni di viaggiatori (di cui 11 milioni per traffico croceristico) e terzi per il trasporto merci, dietro Olanda e Regno Unito, con una movimentazione complessiva di circa 451 milioni di tonnellate di merce, di cui il 55% rinfuse liquide e solide, il 17% Ro-Ro e il 28% altro. Il traffico container, infine, conta in totale 10 milioni di TEU.

Le linee guida indicate dalla commissione per la “governance” dei porti prevedono accorpamenti non tanto regionali quanto “di aree-ambiti retrostanti” e sulla base delle specializzazioni, per creare comparti dove i porti finiscano per integrare le proprie capacità. Ma i problemi sono ancora a monte di queste scelte, perché ci sono dissonanze anche tra i diversi ministeri.
 “Il ministero di Lupi – spiega la parlamentare Pd savonese Anna Giacobbe - ha illustrato oggi quello che è stato definito 'il Bignami della riforma portuale', documento che dovrebbe dare vita al Piano strategico nazionale della portualità e della logistica previsto dallo Slocca Italia (legge 164 del novembre 2014). Nel frattempo però dal ministero per lo Sviluppo economico escono anticipazioni del provvedimento sulla competitività che prefigurano interventi che scassano il sistema delle relazioni tra imprese e lavoro nei porti (compagnie, servizi tecnico-nautici) e dei margini di iniziativa delle Autorità Portuali. Tutto questo mentre per quanto riguarda l’autonomia finanziaria dei porti non ci sono novità positive”.

La Liguria rischia di non uscire indenne dalle sonseguenze di queste premesse: “Nelle ultime settimane si è percepito un clima per cui l’annessione di Savona a Genova sarebbe cosa fatta – aggiunge la parlamentare savonese -. Fatta come? E decisa da chi? Avevamo convenuto che la Regione avrebbe costruito una proposta condivisa su come realizzare una integrazione utile delle attività portuali liguri. Non risulta che sia ancora avvenuto e questo lascia spazio, nelle decisioni nazionali, alle logiche più oscure. Cosa significano concretamente quelle aree-ambiti e quelle specializzazioni?  Se non si recupera razionalità e chiarezza, avranno la meglio i localismi più ingiustificati; e saranno sacrificati gli interessi sani delle comunità locali”.

r.g.

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