Attualità - 03 febbraio 2015, 02:00

Censimento 2011, conto salato per il comune di Ceriale

Un errore di interpretazione di una norma che ha comportato un conto particolarmente salato per Ceriale che si trova a dover pagare le somme dovute ai rilevatori, maggiorate degli interessi e le spese legali

Arrivano i conti per il Comune di Ceriale che, dopo tre anni di azione legale, dovrà riconoscere le somme trattenute dal compenso stabilito per i rilevatori del censimento 2011, oltre agli interessi maturati e alle spese legali proprie e della controparte.

Questo è stato stabilito dal Giudice del lavoro a seguito del ricorso presentato proprio da uno dei rilevatori incaricati di occuparsi del 15esimo Censimento della Popolazione e delle Abitazioni 2011.

In pratica secondo i rilevatori il comune di Ceriale aveva pattuito per l’espletamento della attività di rilevazione un compenso omnicomprensivo commisurato al numero di questionari risolti, sulla base delle indicazioni e dei trasferimenti disposti dall’Istat, mentre il Comune a seguito di una errata interpretazione normativa aveva decurtato il 30% delle somme pattuite ritenendo che il contributo variabile era destinato a  coprire sia i costi relativi alla remunerazione del personale incaricato alle operazioni di rilevazione sul campo, sia gli oneri di funzionamento dell'UCC.

Nessun accordo trovato nonostante la volontà in tal senso espressa dal lavoratore che per primo ha fatto ricorso Gianfranco Barbieri tramite l’avvocato Mariateresa Parrelli ed ora il conto da pagare che , come si legge in sentenza “condanna il Comune di Ceriale al pagamento in favore del ricorrente Barbieri Gianfranco della somma di € 1.285,50, oltre interessi legali dalla maturazione al saldo e alla rifusione delle spese di lite in favore del predetto ricorrente, spese che liquida in complessivi € 1.143,00 entro 60 giorni “

 

Mara Cacace