Politica - 31 gennaio 2015, 13:36

Ha 74 anni, è di Palermo e si chiama Sergio Mattarella il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana

In politica dal 1980, tre anni dopo che la mafia gli aveva ucciso il fratello Piersanti. Eletto alle 12.58 di oggi, sabato 31 gennaio con 665 voti

Sergio Mattarella, palermitano che compirà 74 anni il prossimo 23 luglio, laureato in giurisprudenza uno dei pochi uomini al mondo conosciuto più per la sua legge (il “Mattarellum”) che per la sua persona, dal 5 ottobre 2011 giudice della Corte Costituzionale è il dodicesimo Presidente della Repubblica Italiana.

Lo ha eletto, al quarto scrutinio, quel Parlamento a Camere riunite che lo stesso Mattarella (da Giudice della Corte Costituzionale) aveva sancito essere illegittimo. Paradossi della politica italiana.

Sulla sua persona sono confluiti 665 voti (Partito Democratico, Nuovo Centro Destra, Scelta Civica, Partito Socialista, Sinistra Ecologia Libertà, un manipolo di fuoriusciti dal Movimento 5 Stelle, qualche uomo di Forza Italia ed altri parlamentari cosiddetti “sparsi”) ed un fragoroso applauso ne ha salutato l’ascesa al Colle più alto di Roma quando erano le 12.58 di oggi, sabato 31 gennaio, quando Mattarella ha raggiunto il quorum di 505 voti.

A muovere i primi passi Sergio Mattarella inizia 74 anni a Palermo, sotto gli occhi del padre Bernardo e del fratello Piersanti, il futuro presidente della Regione Sicilia poi assassinato dalla mafia. Fu proprio lui a vedere morire Piersanti tra le sue braccia, il 6 gennaio 1980.

E’ in quel momento, dopo quei tragici fatti, che Sergio Mattarella decide di intraprendere la strada politica. Tre anni dopo Sergio fa il suo ingresso alla Camera dei deputati con la sinistra Dc, in quota Benigno Zaccagnini. L'anno dopo fu inviato in Sicilia da Ciriaco De Mita per bonificare la Dc di Salvo Lima e Vito Ciancimino. Lui per tutta risposta appoggiò come sindaco un nome nuovo, slegato da ogni logica mafiosa: Leoluca Orlando.

Negli anni ottanta è ministro dei rapporti con il parlamento nei governi di De Mita e Giovanni Goria. È ministro dell’istruzione durante il sesto governo Andreotti, ma nel 1990 insieme ad altri quattro ministri si dimette dall’incarico per protestare contro l’approvazione della legge Mammì, che favorisce le reti televisive della Fininvest. Quando il governo Andreotti chiede la fiducia, Mattarella dichiara: “Naturalmente voteremo la fiducia, ma questo non significa che non abbiamo fatto bene a dimetterci dal governo perché riteniamo che porre la fiducia per violare una direttiva comunitaria sia, il linea di principio, inammissibile”. Questo spiega le odierne ritrosie del leader di Forza Italia che ancora non gli “perdona” quello sgarro. Oltre al fatto che quando Forza Italia venne ammessa nel Partito popolare europeo Mattarella definì l’accaduto “Un incubo irrazionale”.

Mai sfiorato dalle inchieste su Tangentopoli, nei primi anni Novanta l’odierno Presidente della Repubblica rimane coinvolto nella vicenda che gli costerà un procedimento penale per finanziamento illecito. Per una busta contenente tre milioni di vecchie lire in buoni benzina recapitatagli dall’imprenditore agrigentino Filippo Salamone, considerato dalla magistratura siciliana l’erede di Angelo Siino, il “ministro” dei lavori di Totò Riina. Mattarella si difese dalle accuse sostenendo di aver accettato quel regalo di “modesto valore” e di aver distribuito i buoni carburante ai suoi collaboratori. Il processo è andato avanti per un decennio e si è concluso con l’assoluzione (perché il fatto non sussiste). Qualche disavventura giudiziaria – mette in risalto il “Fatto Quotidiano” - tocca anche alcuni familiari. Il fratello Antonio finisce indagato negli anni Novanta a Venezia per riciclaggio di denaro sporco e associazione mafiosa con Enrico Nicoletti (componente della Banda della Magliana) per una speculazione edilizia a Cortina. L’inchiesta fu poi archiviata per mancanza di prove. Il nipote (il figlio di Piersanti, Bernardo) deputato regionale in Sicilia, è invece indagato – come molti colleghi in tutta Italia – per peculato in relazione ai rimborsi ai gruppi consiliari della Regione.

Nel 1993 è il relatore della legge Mattarella, poi chiamata “Mattarellum”, che riforma il sistema elettorale introducendo il sistema maggioritario. Nel 2013 il “Mattarellum” viene sostituito dalla legge Calderoli, nota come “Porcellum”.

Tra il 1992 e il 1994 Mattarella è anche direttore del quotidiano “Il Popolo”. Dopo lo scioglimento della Democrazia cristiana è uno dei promotori del Partito popolare italiano.

Nel 1996, anno della vittoria elettorale dell’Ulivo guidato da Romano Prodi, è nominato capogruppo dei popolari alla camera. Finito il governo Prodi ricopre l’incarico di vicepresidente del consiglio nel nuovo governo D’Alema. Nel successivo governo D’Alema è nominato ministro della difesa. Nel 2001 è eletto deputato nelle liste della Margherita e in seguito riconfermato per la lista dell’Ulivo con un incarico che ha ricoperto fino al 2008.

Il suo punto debole – ma sono in molti, fra gli avversari politici del premier Matteo Renzi, a sostenere che era proprio un candidato di “basso profilo (che non vuol assolutamente dire di bassa levatura: ndr), e di non oscurare la sua leadership” quello che l’ex sindaco di Firenze cercava -   è anche il suo punto più forte: la pacatezza. Di lui De Mita disse: “Forlani, in confronto a Mattarella, è un movimentista”.

Sposato con la signora Marisa, la sorella di Irma, la moglie del fratello, scomparsa prematuramente nel 2012, dall’unione della coppia nascono tre figli: Bernardo, Laura e Francesco. Il primogenito Bernardo Giorgio, allievo di Sabino Cassese, è docente di Diritto amministrativo a Siena e alla Luiss nonché capo dell’ufficio legislativo della Funzione pubblica al ministero della PA, accanto a Marianna Madia per un compenso è di 125 mila euro l’anno. Un dettaglio che i “non estimatori” del politico siciliano oggi non mancano di mettere in risalto con un po’ di malizia.

Ama i gatti e la montagna  (Courmayeur) anziché il mare (non sa nuotare e detesta il sole), tifa Inter e Palermo (la squadra della sua città),  è un appassionato di pittura, di arte contemporanea e di saggi storici e tiene maniacalmente all’ordine della sua chioma bianca.

s.o.